Il giorno è quello del matrimonio, in una Sicilia nascosta e periferica, lontana e remota, talvolta anche residuale, esplorata oltre il recinto delle codificazioni e delle forme convenzionali. Narrano tutto questo e altro ancora le fotografie dell’artista siciliano Franco Carlisi, esposte – con la curatela di Alessandro Mancuso e Katia Giannetto – sino al 16 dicembre nella sede di “Magika”, in via Placida 77, dove la mostra è stata inaugurata ieri pomeriggio.
«Il matrimonio è un rito di passaggio fondamentale della nostra società – osserva Carlisi – metafora di un rito di passaggio ben più grave e complesso: quello che porta dalla vita alla morte. È il senso del morire e dell’eterno rinascere tipico della spiritualità siciliana ad interessarmi. La fotografia rappresenta un’assenza e, insieme, un ritrovamento. Il passato che ritorna attraverso le fotografie, col nostro sguardo, non solo riprende a vivere, ma diventa parte viva del nostro divenire».
Sono immagini che emozionano quelle dell’artista siciliano, perché riguardano i sentimenti umani. Nel sontuoso bianco e nero delle sue stampe, la fotografia torna ad accettare la sfida del tempo, per sorprendere nel suo flusso caotico l’attimo in cui il senso si rapprende, in un abbraccio, nella lacrima di una sposa, in una coppia che s’invola in una giostra, dispiegandosi in una spazialità ricca di sinuosità e di anfratti, di tonalità intermedie fra lo scuro denso delle ombre e i bianchi accesi dalle vampe di una luce che non si arrende.
E, pur se tutte scattate dai primi anni del Duemila a oggi, sembrano immagini di un tempo immemoriale che riguarda la nostra vita più vera e più profonda. Le foto di Carlisi rappresentano una sorta di romanzo di figure di cui siamo nostalgicamente intrisi. Così scrive delle sue opere nel libro “Il Valzer di un giorno”, che le raccoglie, Andrea Camilleri: «Le foto matrimoniali di solito anelano all’evanescenza, alla leggerezza, alla purezza, alla solennità. Invece, attraverso lo sguardo di Carlisi, tutto diventa carnale, vissuto forte, reale, senza mezze tinte».
Il volume “Il Valzer di un giorno”, alla seconda edizione rinnovata nei testi e nelle fotografie, ha vinto nel 2011 il premio Bastianelli quale miglior libro fotografico pubblicato in Italia.
«Carlisi applica alle foto di matrimonio la stessa innovazione apportata dalla “Nouvelle Histoire” agli studi storici tradizionali – commenta l’etnoantropologo Sergio Todesco – nel suo sguardo fotografico non è più centrale l’attenzione al grande evento, ma la pazienza di ricostruirne i molteplici rigagnoli nascosti e le minute vicende quotidiane che ne segnano lo svolgimento e che, a ben vedere, ne costituiscono la reale identità».
La mostra sarà visitabile gratuitamente tutti i giorni fino al 16 dicembre, dal lunedì al venerdì dalle 9.15 alle 13 e dalle 16 alle 20. Il sabato e la domenica dalle 9.15 alle 13.