Palermo, Messina, Roma, Agrigento, Ribera. E adesso anche Nicosia. Il progetto di revisione del giudizio politico sullo statista Francesco Crispi promosso dal messinese Francesco Saija che ha coinvolto insigni studiosi di tutt’Italia continua a riscuotere successo in tutta l’isola. Dopo il percorso che ha condotto studiosi ed esperti a Palermo, Messina Roma, Agrigento e Ribera (città natale dello statista dove il 4 ottobre è stata deposta davanti al suo monumento una corona d’alloro), il docufilm prodotto e ideato dallo storico messinese Francesco Saija sbarca a Nicosia. Quasi duecento persone provenienti dalla comunità del comprensorio hanno assistito alla manifestazione promossa dalla rete dei musei siciliani dell’Emigrazione che hanno avuto il sostegno dell’assessorato al Turismo della Regione siciliana. Ospiti dell’ecomuseo “Pietro D’Asgotto” presieduto da Giusy La Giusa, nella meravigliosa cornice di Villa Speciale, lo storico messinese Marcello Saija e Salvatore D’Urso hanno affrontato lo scenario storico e il contesto italiano ed europeo in cui si inquadra la vicenda umana e politica di Crispi celebrato nei mesi scorsi a 200 anni dalla nascita con un processo di revisione che ha visto l’intervento di numerosi docenti universitari.. La manifestazione fa seguito agli appuntamenti che si sono tenuti a Messina e poi ad Agrigento il 4 ottobre e il 16 novembre. Proprio ad Agrigento, al teatro Pirandello, è andato in scena lo spettacolo “Io Sono Crispi” scritto e ideato da Marcello Saija uno dei più eminenti storici dell’isola. Al teatro Pirandello il lavoro si è avvalso anche della presenza sul palco degli attori Pippo Pattavina ed Ezio Donato. A Villa Speciale sono state presentate le conclusioni a cui sono giunti gli studi e le ricerche che si sono protratte per anni. “Il giudizio storico su Crispi- ha spiegato il professore Saija-è stato ingiustamente distorto da una deriva ideologica che ha enfatizzato le sue discusse scelte di politica interna ed internazionale”. A Nicosia durante la presentazione degli studi condotti da Saija non sono mancate le voci discordanti. Ma la serata ha regalato un importante momento di riflessione e di dibattito.
“La sua tendenza ad essere uomo d’ordine ed il suo carattere decisionista- ha spiegato ancora il professore Marcello Saija a proposito della figura di Crispi- hanno fatto in modo che il fascismo si appropriasse della sua figura esaltandolo con il mito del Bismark italiano. Questa è la gabbia da cui tentiamo di fare uscire Crispi, mettendo in evidenza come, con le luci e con le ombre, egli resta un protagonista positivo della nostra storia nazionale, ed è a lui che si devono le decisive trasformazioni istituzionali che proprio a partire dalla cosiddetta “età crispina” hanno plasmato le strutture centrali e locali dello Stato italiano avviando il più importante processo di modernizzazione del paese”.