Nel messinese opere pubbliche per 300 milioni finanziate ma ancora bloccate

Opere pubbliche bloccate e a rischio, gravi ritardi: la Fillea-Cgil di Messina evidenzia lo stato di stallo di importanti interventi che possono portare occupazione in un settore pesantemente in crisi, nel territorio messinese in particolare come hanno dimostrato i dati siciliani che vedono la provincia di Messina quella in cui a livello regionale si sono persi più posti di lavoro nel comparto dell’edilizia. Dati ripetutamente denunciati dalla Fillea provinciale che ha chiamato in causa tutte le stazioni appaltanti e le istituzioni.

La Federazione dei lavoratori del comparto costruzioni della Cgil nel corso del direttivo provinciale che è tornato a riunirsi alla presenza del segretario generale della Fillea Sicilia Franco Tarantino e della Cgil di Messina Lillo Oceano ha ulteriormente denunciato il grave stato di paralisi rilanciando la “vertenza edilizia” nel territorio messinese.

La Fillea territoriale dà continuità all’azione di denuncia e di rivendicazioni avviata e punta i riflettori su alcuni interventi fondamentali per lo sviluppo economico e sociale, per la ripresa occupazionale: porto Tremestieri (i cavilli burocratici sollevati in questi giorni mettono a rischio un’opera da 80 milioni di euro, appaltata nel 2010, fondamentale e strategica per la città di Messina); porto di Sant’Agata Militello (una delle infrastrutture portuali più importanti del Sud Italia ma da sei anni si attende il via ai lavori per il completamento, da scongiurare la perdita del finanziamento di 29 milioni di euro); piano depuratori (83 milioni messi a disposizione dal Cipe e di questi 40 per la città di Messina destinati all’impianto di Tono ma mancano ancora i progetti esecutivi e nel frattempo è subentrata una gestione commissariale); riqualificazione via Don Blasco (importo dei lavori 27 milioni di euro, revocato il primo appalto si attende la nuova gara); S.S.117 “Centrale Sicula” Santo Stefano Camastra-Gela (per il lotto B2 sono passati ben due anni dalla pubblicazione del bando di gara da parte dell’Anas – nel maggio del 2014 –  per lavori da 75 milioni di euro e ad oggi gli stessi non sono stati aggiudicati); Pontile di Giammoro, appaltato nel 2010, importo dei lavori 25 milioni di euro ma i lavori non partono per ostacoli burocratici. La Fillea mette in evidenza anche i ritardi per gli interventi di risanamento nella città di Messina. Opere che oltre a portare occupazione sono funzionali allo sviluppo dei territori e al miglioramento della qualità della vita.

“Non è ammissibile che a fronte di opere finanziate e appaltate per 300 milioni di euro siamo costretti ancora a registrare una grave emergenza occupazione nel settore dell’edilizia. Torniamo a chiedere con forza il superamento dei problemi che impediscono lo sblocco degli interventi e l’apertura dei cantieri per vedere finalmente l’inizio di una ripresa occupazionale”, dichiara il segretario generale della Fillea di Messina Biagio Oriti.

“Perché in questi tre anni si è perso tempo e non si è stati capaci di completare il porto di Tremestieri, non si è sbloccata nessuna opera pubblica né se ne sono programmate di nuove”, denuncia il segretario generale della Cgil Messina Oceano che punta il dito contro la mancata realizzazione di infrastrutture essenziali per lo sviluppo del territorio.

La forte mobilitazione rilanciata dalla Fillea riguarda anche la richiesta di investimenti e di programmazione per le azioni di riqualificazione urbana, delle aree degradate, per la messa in sicurezza del territorio e degli edifici scolastici. Riflettori sulla grave sofferenza delle aziende di laterizi presenti nel territorio per effetto della paralisi generale che ha investito il settore. La Fillea denuncia come la crisi sta pesantemente colpendo anche tutta la filiera dove si continuano a registrare procedure di mobilità.

Il comparto dei laterizi a livello locale negli ultimi dieci anni ha registrato un crollo dell’occupazione: da circa mille addetti si è passati ai trecento attuali impiegati nelle quindici aziende dislocate per la maggior parte nel distretto Valdina-Saponara-Spadafora.

“Le condizioni per portare lavoro nel settore ci sono tutte”, mette in evidenza il segretario della Fillea Sicilia Tarantino relativamente ai 10 miliardi di euro disponibili a livello regionale e da impiegare per infrastrutture e manutenzioni straordinarie.

 

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