Genovese (Cisl): “Messina ha bisogno di grandi infrastrutture”

La forza di cancellare l’apatia e rivendicare i propri diritti. «La forza di passare dall’indignazione individuale alla rivendicazione collettiva», ha sottolineato il segretario generale Tonino Genovese parlando ai dirigenti sindacali della Cisl Messina e analizzando il quadro politico nazionale e locale. 
Purtuttavia, per la Cisl occorre evidenziare che l’indignazione non nasce dal nulla ma è figlia della consapevolezza, essa stessa diametralmente opposta al concetto di società liquida di Bauman, nella quale la persona diviene individuo e fatica a concepire altro che non sia il proprio soddisfacimento personale con obiettivi piccoli e riferiti a sé stessi. «Tra la fase dell’indignazione personale e quella della mobilitazione collettiva ve n’è una di mezzo, ossia: tornare ad essere comunità. La chiave di violino che riesce a render chiara la partitura sul pentagramma è data dal passaggio dall’io al noi, dall’ego riferito alla collettività, dall’incoscienza alla consapevolezza, dalla società alla comunità». 
I riferimenti del numero uno della Cisl peloritana nascono da tre momenti importanti registrati nelle ultime settimane in Italia: dalle migliaia di cittadini scese due volte in piazza a Torino per rivendicare la realizzazione della Tav ma anche delle infrastrutture importanti per l’intero Paese, alla straordinaria manifestazione del 9 febbraio a Roma di Cgil, Cisl e Uil che ha riportato al centro del dibattito il tema del lavoro e, per finire, la manifestazione di sabato scorso a Milano sui diritti e per l’integrazione.
«Sono stati – ha detto Genovese – tre momenti di piazza, di partecipazione, di condivisione e di affermazione e rivendicazione di diritti, di una prospettiva, di chi chiede basi per guardare al futuro. Ma hanno anche sottolineato, attraverso la centralità della “piazza”, la capacità di coinvolgimento, mobilitazione e partecipazione».
La premessa è servita a dare l’assist per il passaggio conseguenziale e quasi naturale del ragionamento dal panorama nazionale a quello locale. «Il Sud, la Sicilia e in particolare la nostra città ha bisogno di spostare l’asse degli investimenti, della produzione e del lavoro attraverso la realizzazione di grandi infrastrutture che avvicinino al Sud le aree del paese più forti. Se vogliamo avere rispetto, attenzione e centralità non si può prescindere dal dimostrare che la comunità è capace e pronta a rivendicare le proprie richieste attraverso una straordinaria mobilitazione, senza colori e senza bandiere. Occorre dire basta all’apatia, al disinteresse, alla rassegnazione e dimostrare che i messinesi sono altrettanti capaci di fare sentire la propria voce passando dall’indignazione individuale alla rivendicazione collettiva».

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