Per la prima volta a Messina il capolavoro di Bertolt Brecht “L’anima buona del Sezuan” con gli allievi attori della scuola sociale di teatro guidati e diretti dall’attore e regista messinese Daniele Gonciaruk. Alla Sala Laudamo approderà il 18 e il 19 maggio, quella che Gonciaruk considera una pietra miliare della drammaturgia contemporanea, e che ha già visto il regista messinese impegnato in una prima edizione del testo Brechtiano al Teatro Coppola di Catania lo scorso anno.
Il regista, di padre russo e madre siciliana, ha guidato per diversi mesi un manipolo di 14 allievi attraverso la conoscenza del teatro epico dell’autore tedesco partorendo infine questa particolarissima messa in scena che prenderà corpo nella prestigiosa sala del teatro Vittorio Emanuele. Quasi una “mise en space”, come ha voluto definirla Gonciaruk, per sottolineare come questo allestimento sia frutto di un intenso lavoro di ricerca e di studio durato diversi mesi.
L’attore e regista messinese ha raccontato in più occasioni come questo testo gli sia molto a cuore fin dai tempi in cui, da giovane diplomato alla Silvio D’Amico, lo vide per la prima volta rappresentato al Piccolo Teatro Studio di Milano, con la regia di Giorgio Strelher.
L’Anima buona del Sezuan, per quanto sia considerato uno dei più grandi capolavori della letteratura drammaturgia contemporanea, è anche uno dei testi meno rappresentati negli ultimi anni in Italia, come in generale, un po tutta l’opera Brechtiana, forse anche per la difficile eredità lasciata dallo stesso Strelher. Per questa ed altre ragioni, questa alla Sala Laudamo, rappresenta un’occasione davvero speciale per scoprire un lavoro prezioso, un testo dalla rara bellezza che parla del bene e del male e del confine tra questi due opposti.
E’ un Brecht che parla a tutta l’umanità quello che vive nel Sezuan, la città cinese dove è ambientata la storia che forse non è a tutti nota: in questa contea semi immaginaria dall’autore e devastata dalla miseria e dalla disperazione, giungono tre dei, in pellegrinaggio per il paese alla ricerca di qualche anima buona; dopo aver viaggiato in lungo e in largo senza averne trovata una, incontrano Shen Te, una prostituta, che accorda loro un ricovero per la notte, grazie anche all’intercessione di Wang, l’acquaiolo, amico della ragazza.
Per ricompensarla dell’ospitalità, gli dei regalano alla ragazza mille dollari d’argento con i quali Shen te comprerà una tabaccheria e cambierà la sua vita. Tuttavia gli dei la salutano con una promessa da mantenere: continuare a praticare la sua bontà. Ma non appena aperto il suo negozio, la povera Shen Te, si ritrova a dover affrontare uno sciame di parassiti e postulanti, di falsi e veri bisognosi e a complicare la situazione, interviene l’amore.
Per l’uomo utile esiste un mondo giusto? Per i giusti esisterà un mondo buono?
La semplicità del testo, in una esplicita parabola evocante l’elementare separazione tra il male – sin troppo diffuso e presente in tanti di noi – ed il bene – frutto sereno per pochi – consente allo spettatore di distinguere immediatamente le due contrapposte posizioni e quindi di sentirsi coinvolgere emotivamente nei comportamenti umani che si susseguono sulla scena. Eppure non sempre la divisione tra bene e male è chiara e netta: nello stesso individuo vi possono essere entrambe le propensioni, donde uno sdoppiamento di personalità che va interpretato e compreso. Gli dei che arrivano nella regione del Sezuan in cerca di “un’anima buona” trovano in Shen Te, una prostituta, l’unica disposta ad ospitarli.
La protagonista mostra quanto sia difficile vivere per chi ha troppe nobili intenzioni, e come sia inevitabile alla fine “sdoppiarsi” fino a vestire i panni implacabili di un cugino crudele che ristabilirà con atteggiamento severo e deciso l’ordine e la giustizia nella contea del Sezuan.
Insomma un appuntamento da non perdere quello alla Sala Laudamo sabato 18 alle ore 18 e 21 e domenica 19 maggio alle ore 18. Per chi volesse approfittare di questa rara rappresentazione è possibile ancora acquistare i biglietti presso la libreria “La Gilda dei Narratori”, sita in via Garibaldi, 56.
Di seguito i nomi dei 14 coraggiosi allievi della scuola sociale di teatro che daranno vita allo straordinario testo di Bertol Brecht:
Pina Battiato, Eleonora Cicciò, Andrea Cinturrino, Giuseppe Cinturrino, Gaetano Citto, Andrea De Francesco, Mara Giannetto, Aurora Macri, Alessandra Mancuso, Alessandro Oliveri, Rosalba Orlando, Stella Policastro, Rosario Popolo, Laura Saporito.