Futuro del calcio a Messina, Rizzo: “In assenza di un progetto credibile, meglio chiudere gli stadi”

“E’ trascorsa una settimana dall’incontro a Palazzo Zanca durante il quale il Sindaco, alla presenza di due delle tre principali società calcistiche messinesi, ha avviato, anche su mia sollecitazione, un percorso finalizzato alla unificazione dei tre sodalizi”. Lo afferma il consigliere comunale Massimo Rizzo, che stigmatizza le fughe in avanti dell’Acr Messina che non partecipa agli incontri istituzionali e organizza incontri con le altre società, tenendo fuori un soggetto istituzionale propeirtario delgi stadi cone il Comune di Messina.

“Non si tratta solo dell’idea romantica di dare vita a ciò che lo storico acronimo ACR significa (Associazioni Calcio Riunite) -prosegue Rizzo- ma dell’unica strada percorribile in assenza di importanti e seri interventi imprenditoriali di soggetti terzi, rappresentando allo stato l’unico progetto attraverso il quale riaccendere la passione della comunità sportiva, frustrata da continue delusioni ascrivibili ad insipienze gestionali.

Il famoso lumicino della speranza, da tenere acceso confidando che la pubblicazione dei bandi sugli stadi possa attirare investimenti significativi. E però, a tutt’oggi, non siamo andati oltre le mere dichiarazioni di intenti”.

Rizzo poi entra nel merito di quanto accaduto negli ultimi giorni: “Ovviamente, ciascuno deve essere libero di autodeterminarsi e dal punto di vista squisitamente giuridico, ACR Messina è legittimata a proseguire nelle sue interlocuzioni nel modo che ritiene più opportuno, considerando la società di calcio come una qualunque organizzazione di diritto privato. In tal caso, tuttavia -chiarisce il consigliere comunale-, in assenza di un dialogo costante e proficuo con l’ente comunale, sarebbe poi impraticabile un percorso comune rivolto a dare risposte alla comunità sportiva.

Pertanto -tuona Rizzo-, nel silenzio assordante di questi giorni, se non dovessero registrarsi novità rilevanti, chiederò formalmente al Sindaco di sospendere ogni valutazione sul rinnovo della concessione annuale degli stadi. Nessuno si illuda di usufruire di impianti pubblici senza mettere in piedi un piano di rilancio del calcio che dia soddisfazione alla città ed ai suoi sportivi, senza voli pindarici ma con dignità, senza proclami faraonici ma con serietà. In assenza di un progetto credibile, meglio chiudere gli stadi.

E magari -conclude Rizzo- cogliere l’occasione per allestire (magari al Celeste, storico tempio della tifoseria messinese) un maxischermo per proiettare le storiche immagini del calcio a Messina, profittando per ricordare un grande Presidente, mix vincente di passione, competenza e messinesità: Emanuele Aliotta.

Forse, rivivendo il passato può immaginarsi il futuro”.

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