Una bimba abbraccia il suo orsacchiotto gigante: è questa forse l’immagine che resta dei 434 migranti sbarcati al porto di Messina dalla nave privata umanitaria Phoenix dell’ong Moas (Migrant Offshore Aid Association); tra loro anche i cadaveri di 4 uomini che hanno perso la vita durante il tragitto in mare.
I profughi, tra i quali vi sono anche 40 minori, sono stati salvati al largo della Libia. Al molo, ad attenderli, c’era il personale della Prefettura, dell’Asp, i volontari e gli agenti di polizia. Si sta cercando di identificare le vittime anche con l’ausilio delle persone a bordo. In corso anche gli accertamenti per accertare l’eventuale presenza di scafisti.
I migranti sono stati soccorsi dalla nave ‘Topaz Responder’ dell’Ong Moas due giorni fa al largo della Libia. Erano su un barcone, in gran parte stipati nella stiva dove erano state trovati quattro morti per asfissia: si tratta di eritrei e tra loro un bambino; anche loro sono stati fatti sbarcare nella citta’ dello stretto. Le bare sono state adagiate sulla banchina e tutti, volontari e migranti, si sono fermati in preghiera. Tra gli stranieri molte donne e numerosi bambini con in mano pupazzi e giochi.