In merito alla situazione di pre-dissesto finanziario e alla proposta del comune di Messina di spalmare il piano di riequilibrio finanziario su trenta anni anziché su dieci, il Partito Comunista dei Lavoratori precisa che “l’approvazione prima del bilancio previsionale e dopo del piano di riequilibrio finanziario da parte della stragrande maggioranza del consiglio comunale, compresi tutti i consiglieri di Cambiamo Messina dal Basso, ha dimostrato l’inesistenza di una reale opposizione alla giunta Accorinti. Spalmare il piano di riequilibrio finanziario in trenta anni anziché in dieci -precisa il Partito Comunista-, non risolve il problema. Il risultato finale è lo stesso: tagli ai servizi, alle spese sociali utili e agli investimenti. Maggiori tributi per i cittadini più poveri, ovvero continua una politica di “lacrime e sangue”, contro la quale il Pcl ribadisce la sua netta opposizione all’amministrazione Accorinti, che ha tradito (come avevamo già previsto) le aspettative di cambiamento che tanti lavoratori, precari, giovani, donne, disoccupati avevano coltivato verso questa giunta. Il Pcl sostiene quindi una forte opposizione ad una politica finanziaria comunale, ispirata ai principi dell’austerità e del patto di stabilità, che penalizza le fasce sociali più povere e indica la soluzione: “Solo colpendo la rendita immobiliare -afferma ancora il Pcl-, solo facendo pagare la crisi economica a chi ha speculato o ha truffato e continua a godere di privilegi economici in questa città, si può trovare una soluzione giusta, che soddisfi la maggioranza dei cittadini e della popolazione povera messinese. In caso contrario si continuerà a fare proclami e manifestazioni roboanti, che nascondono però la mancanza di vera volontà politica, per fare pagare la crisi economica e il dissesto delle casse comunali a chi l’ha provocata”.