“Siamo partiti dalla rilettura degli atti, abbiamo fatto uno screening e più di un soggetto era collocabile in quel frangente (l’omicidio di Chiara Poggi ndr). Ci siamo indirizzati verso un soggetto, non siamo andati a caso”. Così i difensori di Alberto Stasi spiegano come sono riusciti a risalire all’uomo il cui Dna è stato trovato sotto le unghie di Chiara Poggi. “Ci sono stati gravi errori degli inquirenti”, hanno aggiunto gli avvocati.