Disparità trattamenti tra i lavoratori Della Messina Social City

Il Consigliere comunale Gioveni interviene anche sulla mancata continuità assistenziale nei confronti di soggetti deboli

“Occorre subito intervenire, nell’interesse esclusivo di garantire dei servizi efficienti all’utenza, con provvedimenti risolutori rispetto al malcontento sempre più crescente fra il personale della Messina social city per alcune evidenti disparità di trattamento interno e, soprattutto, per le lamentele provenienti dalle famiglie che non riceverebbero più un’adeguata assistenza domiciliare per i propri anziani”.

A pronunciarsi in questi termini è il consigliere comunale Libero Gioveni, capogruppo di Fratelli d’Italia, che sui due temi aveva già preso posizione subito dopo le procedure di stabilizzazione del personale che lui stesso aveva chiaramente apprezzato.

“Mi riferisco in particolare a due condizioni di cui una è già nota ma per la quale ancora non ci si è ancora attivati pienamente nel risolverla – spiega Gioveni – mentre  l’altra sta prendendo sempre più piede.

Quella nota – evidenzia il consigliere – è la differenza di ore di lavoro che paradossalmente si registra spesso fra il personale storico (inquadrato a 24 o 27 ore settimanali) e quello nuovo appena stabilizzato (proveniente dalla long list) parte del quale è stato inquadrato a 30 o 36 ore settimanali, fatto questo che inevitabilmente, anche nello stesso ambiente di lavoro, genera malcontento fra colleghi, spesso sopito con una compensazione di ore finanziate però con fondi extra bilancio.

E su questo aspetto invito ancora una volta il CdA dell’Azienda a non sottovalutare il problema nell’interesse, appunto, dell’efficientamento dei servizi. L’altra problematica che invece sta sempre più emergendo – prosegue l’esponente di FdI – è la levata di scudi da parte di alcune famiglie che dal 2 settembre scorso si sono viste cambiate alcune figure OSA che si occupavano dell’assistenza domiciliare, sostituiti con altri colleghi che però non avevano l’esperienza sul campo, perché magari erano stati impiegati nel servizio di trasporto alunni, con le immaginabili conseguenze per gli anziani che non riceverebbero, a detta dei familiari, l’adeguata assistenza.

Per non parlare di altre figure OSA che si erano sempre occupate dell’assistenza igienico personale nelle scuole rivolte ai bambini speciali che inevitabilmente, sotto l’aspetto emotivo e psicologico, avrebbero bisogno di una continuità nelle stesse figure che li assistono e non invece ritrovarsene altre.

Per mio conto quindi – conclude Gioveni – pur non volendo sindacare sulla gestione interna del personale ma avendo tuttavia il compito di vigilare sull’efficienza dei servizi che con questo modus operandi da parte dell’azienda potrebbe essere minata, chiedo che si intervenga subito con provvedimenti riparatori per evitare che questi malumori (e quindi i disservizi) crescano in maniera esponenziale”.

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