Furbetti del cartellino. Sono 51 i dipendenti del comune di Furci Siculo rinviati a giudizio

Una cronica, diffusa e generalizzata attitudine all’assenteismo. E’ quanto emerse dalle indagini effettuate dai poliziotti del Commissariato di P.S. di Taormina coordinati dalla Procura della Repubblica di Messina, presso il comune di Furci Siculo, grazie alle quali, nel novembre dello scorso anno, 16 dei dipendenti in servizio sono stati raggiunti da misura cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Messina, Monica Marino, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, Roberto Conte. Successivamente un altro dipendente fu raggiunto da una misura cautelare e gli indagati furono in totale 65. Obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per tutti i dipendenti, la cui condotta fu dettagliatamente descritta e comprovata attraverso pedinamenti e appostamenti messi in atto dai poliziotti nei confronti di 65 indagati, in un lasso di tempo che va dal giugno al luglio 2015. Ai pedinamenti si sono aggiunti i filmati e l’analisi dei registri interni alla struttura municipale relativi a personale con incarichi e posizione differenti nell’organigramma.

Nonostante negli anni precedenti alle indagini si siano più volte effettuati controlli interni e diffuse comunicazioni a tutto il personale con le quali si invitava al rispetto dell’orario di lavoro previsto, emerse, dalle immagini registrate, l’abitudine reiterata e ripetuta quotidianamente di strisciare il badge per certificare l’entrata in ufficio senza poi effettivamente metterci piede o presentandosi solo dopo molto tempo. Alcuni filmati ripresero dipendenti personale che si presentavano con le buste della spesa appena fatta. Accadde poi spesso che i diretti interessati non si presentarono affatto affidando il badge a colleghi che strisciano più tesserini. In altri casi, l’assenza ingiustificata venne registrata come assenza per servizio esterno, apponendo un codice specifico.

Tra i casi limite registrati, emerse quello di uno dei dipendenti raggiunti da misura che, in un periodo di osservazione di 26 giorni lavorativi si sarebbe assentato arbitrariamente dal luogo di lavoro per complessivi 25 giorni. Le ore di assenza contestate ai singoli dipendenti arriverebbero ad essere contabilizzate, in alcuni casi, anche fino a più di 150.

Quanto, infine, al permesso per la cosiddetta “pausa caffè”, per la quale è previsto un tempo di 10 minuti da recuperare al termine del turno, si sono registrati casi di personale che avrebbe accumulato sino a 20 ore di pausa caffè non recuperata. Lo scorso marzo il sostituto procuratore Roberto Conte siglò la chiusura delle indagini ed oggi la decisione che 51 degli indagati sono stati rinviati a giudizio. Dovranno comparire davanti al giudice nel luglio del 2019.

ARTICOLI CORRELATI

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

SEGUICI SUI NOSTRI CANALI SOCIAL

6,704FansLike
537FollowersFollow
1,057FollowersFollow
spot_img

ULTIMI ARTICOLI