I Carabinieri della Stazione di Acquedolci (ME), hanno arrestato due donne rumene Violeta Duroaia e Maria Durac, rispettivamente di 23 e 21 anni, con l’accusa di violenza sessuale e tentato furto aggravati ed in concorso. Le due giovani donne, dopo aver avvicinato due anziani invalidi che stavano chiacchierando seduti sulle panchine nel centro di Acquedolci, con la “tecnica dell’abbraccio”, si sono sedute sulle loro gambe, ed hanno iniziato a palpeggiarli insistentemente, proponendogli di avere un rapporto sessuale. Ma il loro intento era quello di distrarli, per tentare di asportare loro il portafogli e quant’altro di prezioso avessero, frugando nelle tasche dei pantaloni e della giacca.
Gli anziani, accortisi di quando stava avvenendo, hanno tentato di opporsi e divincolarsi alla presa delle donne, e sono riusciti a dare l’allarme chiamando i carabinieri. I militari, intervenuti immediatamente, hanno bloccato le malfattrici, mentre si stavano allontanando, e le hanno arrestate. Le due giovani sono rimaste in custodia nelle camere di sicurezza della Compagnia di Santo Stefano di Camastra, sino all’udienza di convalida, che si è svolta questa mattina, al cui esito l’Autorità giudiziaria ha disposto che Violeta Duroaia venisse ristretta nel carcere di Messina Gazzi, mentre per Maria Durac, la misura dell’obbligo di dimora.
Le due rumene si trovavano nel paese di Acquedolci già da qualche giorno, dal periodo a cavallo del Carnevale, quando nel centro vi è la presenza di turisti, e, quindi potenziali occasioni di reati di furti con destrezza. Duroaia e Durac, vivono a Messina, anche se il loro lunghissimo curriculum criminale le ha viste agire soprattutto nel nord e centro Italia, prediligendo la Toscana. Le due annoverano precedenti giudiziari per furti con destrezza. Infatti, a loro carico, vi sono diversi “fogli di via obbligatori” dalle città ove si sono rese responsabili di reati. Non si esclude che le due si possano essere rese responsabili di ulteriori reati nella zona e, pertanto, i Carabinieri invitano tutti coloro che sono stati avvicinati con la stessa tecnica, a recarsi in una delle Stazioni dei militari dell’Arma dislocate sul territorio per denunciare eventuali analoghi episodi.