Frame, l’istantanea della danza su un’angolatura dell’anima al Teatro dei 3 mestieri

“Frame” è cornice, quadro, telaio. Ed è lo spazio entro il quale la corporeità contamina le strutture formali della drammaturgia e dà vita a un teatro tutto fisico ed esteriore che non pretende di imitare la quotidianità, ma tuttalpiù la richiama. Un teatro che è danza, plasticità dei corpi, gestualità attoriale, elaborazione estetica nell’impianto drammaturgico. “Frame” è pure il telaio per mezzo del quale si tesse la trama di un universo femminile che quotidianamente si infila nei propri abiti, e lì si nasconde. O si svela. Sono strappi, segreti, sorprese a costituire i fondali dello spettacolo di teatrodanza in scena al teatro Dei 3 Mestieri, diretto da Giuseppe Crupi e liberamente ispirato al romanzo di “Atlante degli abiti smessi” di Elvira Seminara.
Si parte da un inventario di vestiti, aggregato di vita, memoria individuale e collettiva, percorso emozionale tra i meandri di quell’armadio innanzi al quale scegliamo ogni giorno chi essere. Ché gli abiti sono eccentrici, sobri, sdruciti, ricuciti, scuri, sgargianti, stretti e larghi, come la nostra anima. Ché la stoffa è come la pelle. Ché gli abiti, innegabilmente, ci abitano. A indossare, scambiarsi, contendersi quel campionario di capi, Noemi Fiorentino, Sarah Lanza e Brunella Macchiarella, cui sono da ascrivere le coreografie dello spettacolo. E, insieme a loro, danza quella folla di stati d’animo stampati sul volto, in virtù dei quali posiamo gli occhi ora su un capo ora su un altro, per cercarne il conforto. Le ante dell’armadio sono calamite che attraggono. Il contenuto è la nostra individualità, il nostro posto nel mondo.
E quando sfilano presenze insaccate nei panni che la società ha imposto loro, tutti uguali, sfila pure l’omologazione di coscienze cui è stata negata la scelta, o chiuso a chiave l’armadio. Sullo sfondo le ante sgangherate. La quarta parete velata d’un tessuto che non trasfigura ma che assegna visionarietà ai deliri dei corpi sulla scena. Le musiche, in Frame, appartengono al più variegato dei panorami musicali e traducono anch’esse, nella varietà, le mille sfaccettature del vivere, e del vestire. Si staglia sulle altre la performance di Sarah Lanza, danzatrice, coreografa e insegnante di grande esperienza. A lei e al resto della Compagnia il merito di aver fotografato, con il corpo, un’angolatura dell’anima.

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