Affiancherà Giulia Carraro nel delicato ruolo di regista della formazione messinese
Altro ingresso in casa Akademia Sant’Anna. Dopo il reparto centrale e quello dei liberi, completata anche la regia; per affiancare Giulia Carraro, ingaggiata Ambra Trevisiol, ultima stagione alla Rimont Progetti Genova in B1. Salgono a undici – nove innesti e due conferme – le atlete a disposizione di coach Bonafede per la prossima A2.
Originaria di Oderzo (TV), classe 1992, 175 cm, dopo gli esordi con la “Insieme per Pordenone Volley” e la “Spes Belluno”, si trasferisce ad Isernia in B1, prima degli anni vissuti con la maglia della Leali Padova, Ezzelina Carinatese e Scafati, sempre in B1.
La stagione disputata in Campania convince la VolAlto 2.0 Caserta, club di A2, a puntare anche su di lei per conquistare la massima serie. Ambra si trova innanzi la qualità di Ludovica Dalia ma la palleggiatrice veneta riuscirà a fare il suo esordio in seconda serie, raccogliendo 7 presenze, 8 set giocati e realizzando 1 punto. La formazione campana si impone in Finale Play-Off e l’annata successiva la confermata Trevisiol può calcare il taraflex di A1. Al termine di una stagione interrotta per il Covid, saranno 5 le sue presenze, 9 i set disputati. Nella stagione 2021/22 Ambra riparte dalla quarta serie; con la Blu Team Pavia di Udine vince il campionato ma in estate si sposta a Capannnori, in B1, prima della recente avventura vissuta nel capoluogo ligure.
Si tratta di una giocatrice dotata di buona elevazione, rapidità negli spostamenti e abilità su palla alta, anche se preferisce il gioco veloce. Tra le sue caratteristiche più spiccate la capacità di leggere l’avversario e di smarcare i propri attaccanti.
Torna in A dopo averla lasciata nell’anno del Covid, quando vestiva la maglia di Caserta in A1. Viene dal Veneto come la confermata Aurora Rossetto e le due new entry Chiara Mason e Giulia Carraro; come quest’ultima, fa della fantasia, nella costruzione del gioco, la sua impronta dominante. Forse, anche per questo motivo, ama la pittura, un suo mondo parallelo a quello del volley in cui la creatività è per lei caratteristica irrinunciabile: “Dipingere mi rilassa e quest’anno, tra un allenamento e l’altro, mi ha consentito spesso anche di ritrovare la concentrazione. Sono un autodidatta e devo ancora migliorare”.
Tra gli artisti del passato nutre una passione per Vincent Van Gogh: “Ha una storia travagliata, personaggio d’impeto, capace di trasmettere tante emozioni con i suoi quadri; in particolare, amo la <Notte stellata>, bellissimo. Se avessi la possibilità di viaggiare nel passato, gli chiederei di insegnarmi tutto il possibile”.
E sempre viaggiando nel tempo e parlando di emozioni, Ambra prova a recuperarne alcune legate ai suoi esordi nel mondo della pallavolo: “Un pò difficile. Non ricordo esattamente l’inizio perché sono nata in palestra, visto che accompagnavo le mie sorelle, Barbara e Serena, che facevano pallavolo anche se poi hanno smesso, e mio papà, Giorgio, era un dirigente. Ricordo di aver avuto sempre la palla in mano”.
E al primo tocco di pallone Ambra avrà capito che avrebbe fatto la palleggiatrice: “Non proprio. Fino a diciotto anni ero attaccante/ricevitrice con un futuro da libero. Poi, per esigenze, ma anche perché l’allenatore ha visto qualcosa, mi ha messo in cabina di regia e da lì non sono più uscita”.
Prima esperienza lontano da casa ed è subito B1 ad Isernia: “In realtà, è stato un arrivo. In una società vicino casa ho disputato tutte le divisioni, via via risalendo le varie categorie fino alla chiamata in B1 da Isernia. Mi sono detta di andare e sono andata”.
Una decisione nata velocemente, come del resto Ambra ama fare in tutte le situazioni della vita: “Bisogna sempre essere rapidi di pensiero nelle scelte, veloci negli spostamenti in campo, nel capire i punti deboli delle avversarie per poter dare la palla migliore all’attaccante che in quel momento può metterti giù la palla. Quindi, rapidi sempre”.
Scorrendo le informazioni su Ambra presenti nel web, è facile farsi un’idea molto precisa delle sue caratteristiche agonistiche e tecnico/tattiche, rispetto alle quali la regista veneta ci consente di integrare con alcuni particolari: “Sono determinata; dico sempre 99 % di determinazione e 1 % di empatia. Poi, lavoro tantissimo e spingo parecchio, ma sempre grazie alla mia determinazione”.
Ambra viene da una regione che, da tempo, respira il top del volley nazionale e mondiale; lei è di Oderzo, ad una ventina di km da Conegliano. Quando è nata Imoco Volley non aveva neppure vent’anni e tanti sogni. Più di un pensiero l’avrà rivolto alla maglia delle Pantere: “Chi non ha fatto un pensiero a quella maglia! Quando ho esordito al “PalaVerde” con la casacca di Caserta, con quel pubblico e il suo calore, per me è stata un’emozione indescrivibile. Entrata in campo lo speaker ha annunciato che stava giocando un’atleta trevigiana ed è partita una ola. A quel punto, ho alzato il braccio verso l’arbitro per indicare che ero il capitano in campo, ma il pubblico ha pensato stessi salutando e così è partita una seconda ola. In tutto questo, non mi ero accorta di nulla. Sono stati i miei amici a raccontarmi della ola; mi prendono ancora in giro. E’ stato bellissimo esordire in un palazzetto in cui guardi da sempre giocare l’Imoco. Magari potessi indossare quella maglia”.
In una vecchia intervista, Ambra ha dichiarato di aver apprezzato, come atleta, la giapponese Takeshita; tra le italiane, invece, la sua scelta cade su alcune Nazionali Azzurre: “Come testa, Moki De Gennaro, anche per la determinazione; cuore, Alice Degradi, per la passione che ci mette quando gioca e anche per come si è ripresa dall’infortunio (nel 2020, rottura del legamento crociato anteriore, quando indossava la maglia della Cuneo Granda Volley), tecnica dico Alessia Orro”.
Gli anni di Caserta, forse i più importanti della sua carriera, segnati dalla conquista della A1 e, purtroppo, anche dal Covid, senza il quale il suo percorso sportivo avrebbe potuto prendere una piega diversa: “Descrivere il periodo trascorso in Campania è difficile. Anni meravigliosi che mi hanno portato la promozione dalla A2 alla A1, l’esordio in massima serie e che porto nel cuore; decisamente, i due anni migliori della mia carriera. Veramente difficile descrivere in poche parole tutte le emozioni provate. Infine, penso che, senza il Covid, decisamente la mia carriera sarebbe cambiata ma preferisco gettarmi alle spalle quel periodo e non pensarci più”.
Dopo il 2020, Ambra è ripartita dalla quarta serie; promozione con la Blu Team Pavia di Udine, quindi le esperienze con Capannori e Genova; adesso, Messina. Come a Caserta, ancora Sud e ancora con un club di serie A: “Cercavo una società ambiziosa che avesse un progetto chiaro e, soprattutto, dove si potesse lavorare bene. La serie A e la possibilità di tornare al Sud hanno fatto il resto. C’è un obiettivo da raggiungere, che raggiungeremo e che per scaramanzia non dico”.
“Anche se manco da qualche anno dalla serie A – prosegue l’atleta veneta – l’ho sempre seguita e anche quest’anno le squadre si sono attrezzate con organici importanti. Vedremo una pallavolo di alto livello con roster di tutto rispetto”.
A Messina ritroverà Aurora Rossetto con cui ha giocato un anno insieme e a cui la lega una preziosa amicizia: “Torno a giocare con <Ross> e di questo sono felice. Mi ha parlato benissimo della società e di tutto il resto. Le sue parole sono state un valore aggiunto ma avevo già prima le idee chiare”.
“Messina rappresenta la mia prima volta in Sicilia – conclude Ambra Trevisiol. Non vedo l’ora di venirci per conoscere tradizioni, cibo, la sua gente, proprio tutto. Mi aspetto tanto calore e un palazzetto pieno di passione. Giocando al Sud ho imparato che la pallavolo viene vissuta con grande emozione. Poi, penso al sole, al mare, ad una grande accoglienza; amo il Sud, sono felice di tornarci e lo farò accompagnata dal mio fidanzato, Tommy, che è anche un allenatore di pallavolo”.