“Si fanno sempre più accesi i toni sul referendum costituzionale, assumendo spesso le caratteristiche del tifo da stadio. Questo inasprimento del dibattito fomenta le divisioni nel Paese e distoglie l’attenzione dal merito della riforma, dai suoi contenuti e da un’analisi consapevole dei risvolti che la stessa può avere sul futuro dell’Italia”.
Lo afferma il capogruppo all’Ars del Pdr-Sicilia Futura, on. Beppe Picciolo che ricorda come: “Le voci di chi prova ad argomentare le ragioni di una scelta o dell’altra vengono sovrastate dalle urla di chi invece preferisce sfruttare la tornata elettorale per provare a spodestare Renzi. Tutto legittimo – evidenzia Picciolo – ma quanto costa al paese questa congiura contra personam? In Italia negli ultimi 70 anni si sono alternati 63 governi con 27 Presidenti del Consiglio, questo perché il sistema vigente fino adesso ha impedito davvero, ad ogni tornata elettorale, di stabilire vincitori e vinti, così come avviene invece nella maggior parte dei paesi d’Europa. Nel nostro Paese – ha concluso il capogruppo regionale del Pdr-Sicilia Futura – questo non avviene, ma con la riforma non esisterebbero più alibi. Chi vince può contare su una maggioranza stabile e non deve ricorrere ad accordi al ribasso con chi dovrebbe fare l’opposizione, ma soprattutto, chi vince, governa il paese per 5 anni”.
All’invito ad appoggiare la riforma si è quindi unito il coordinatore provinciale messinese del Pdr-Sicilia Futura, Santi Calderone.
“Un altro tallone d’Achille del nostro Paese – ha ricordato Calderone – è la lentezza dei lavori delle camere per approvare le riforme. Questo perché in Italia è esistito fino adesso il bicameralismo perfetto (i padri costituenti pensarono questo sistema inclusivo per evitare qualsiasi possibilità di deriva autoritaria che, al tempo, era cosa giusta e legittima). La riforma consentirebbe al Paese di superare il ping pong tra Camera e Senato e di evitare (questo davvero unico caso tra le democrazie evolute) conseguentemente il ricorso ai decreti legge, pratica da sempre stigmatizzata da tutti e che oggi finalmente potrebbe essere scongiurata. Non crediamo – ha sottolineato il coordinatore provinciale messinese – che la spending review debba essere attuata a discapito della democrazia ma di certo il momento è più che maturo per alleggerire i costi della Politica. La riforma in questo senso azzererà le indennità per i futuri 100 senatori, abolirà il CNEL e eliminerà le Province dalla Costituzione”.
Infine, un ulteriore appunto dell’On. Picciolo sul tema delle Riforme: “E’ bene ricordare a tutti che le elezioni Politiche sono un’altra partita! Ad Ottobre si vota per il futuro del Paese: bisogna scegliere se lasciare tutto esattamente com’è, tralasciando, almeno per il momento, lo scenario che si paventa per il giorno successivo al voto, o se riformare il Paese. Noi siamo convinti che sia la volta buona e che l’Italia non si possa più permettere di attendere, scivolando sempre più in basso in tutte le classifiche mondiali, per questo ci impegneremo con dedizione e passione per diffondere tutte le ragioni del Sì, costituendo in Sicilia, partendo proprio da Messina, più comitati referendari provinciali per il nostro Movimento che avranno il precipuo compito di istruire i nostri militanti circa il valore della scelta da esprimere nella prossima consultazione e le benefiche conseguenze politiche per il futuro del nostro Paese”.