Avrà inizio domenica 28 gennaio la V stagione di Atto Unico. Scene di Vita, Vite di Scena alla Chiesa di Santa Maria Alemanna, in via Sant’Elia 16, a Messina, con Blues di Tino Caspanello, doppio spettacolo alle 18 e alle 21. «Ci rammarica iniziare in ritardo quest’anno», dichiara Vincenzo Quadarella, cofondatore di QA-QuasiAnonimaProduzioni che produce la rassegna. «Abbiamo tentato di mantenere vivo il rapporto di collaborazione avviato negli scorsi anni con il Teatro Vittorio Emanuele, ma lentezze burocratiche, poca chiarezza, approssimazione e una politica anni luce distante dalla nostra, hanno reso impossibile farlo e iniziare nei tempi previsti». La rassegna, che prevede sei spettacoli, proseguirà il 25 febbraio con C’era l’acca da un’idea di Vincenzo Quadarella; il 18 marzo sarà la volta di Mare Nostrum di Elena Zeta; il 15 aprile verrà presentato Naufragio di Auretta Sterrantino; il 13 maggio sarà la penultima data con Contrada Acquaviola n. 1 di Simone Corso in scena insieme ad Antonio Alveario, con la regia di Roberto Bonaventura.
La direzione artistica di Auretta Sterrantino si propone di «continuare il suo percorso in cerca, ancora, di una via che attraversi il canone per superarlo, non che lo distrugga o lo neghi o lo ignori come nelle migliori tradizioni iconoclaste. Non vogliamo perdere il valore della memoria e del confronto con quanto e con chi ci ha preceduti. Vogliamo proseguire nel nostro solco, con consapevolezza, in una crisi che significhi opportunità di scelta e non negazione di possibilità. Continuiamo in cerca di una casa, in cerca di sostegno, in cerca di altri che si uniscano al cammino».
Lo spettacolo di apertura è affidato per la prima volta a una produzione esterna: Blues è scritto e diretto da Tino Caspanello, con Francesco Biolchini. Scene e costumi sono di Cinzia Muscolino. La produzione è di Teatro Pubblico Incanto in collaborazione con Maneggiare con Cura. Ha debuttato il 9 settembre 2017 al Palacultura di Letojanni (ME). Blues è un uomo seduto davanti all’ingresso di casa sua, il suo universo; è un uomo che non aspetta più, non come l’abitudine ci impone, perché il piacere dell’attesa sta solo nell’aspettare, nell’immaginare possibilità e ricostruire un immaginario. E la vita è un treno che passa, puntuale a volte, spesso in ritardo, la vita è appuntare orari d’arrivo e di partenza, fissare nella memoria i volti, le mani e le vite degli altri che ti passano davanti, mentre agosto matura sotto il sole.