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Antonino Donato salva due vite e viene premiato, ma gli viene vietata la partecipazione

Si è svolta, ieri 16 dicembre, la cerimonia di riconoscimento del premio annuale “Alata Solertia” presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Messina, Facoltà di Economia organizzata ogni anno dalla Associazione Nuovo Movimento Giorgio La Pira, presieduta dal Prof. Calogero Centofanti. Ad essere premiati diversi appartenenti alle Forze di Polizia messinesi tra cui l’Assistente Capo della Polizia Penitenziaria Antonino Donato, in servizio presso la Casa Circondariale di Messina che si rese protagonista del salvataggio di due persone anziane a Rodì Milici, il quale però non ha potuto partecipare alla cerimonia di consegna poiché è stato disposto dall’amministrazione penitenziaria regionale che lo stesso avrebbe dovuto recarsi a ritirare l’onorificenza riconosciuta a titolo personale e non già come appartenente al Corpo di polizia penitenziaria.

Ciononostante il prof. Centofanti ha deciso di riconoscere il premio all’Ass.te Capo Donato per qualificare non solo lo spirito di corpo di appartenenza ma anche la piena umana disponibilità nell’esercizio delle proprie funzioni. Quello che si è verificato appare paradossale considerato che tutti gli altri appartenenti alle forze di polizia che sono stati invitati alla cerimonia sono stati accompagnati dai loro diretti superiori gerarchici i quali con orgoglio ed, indossando la divisa del corpo di appartenenza, hanno dimostrato grande solidarietà al collega premiato e dando un’immagine di un corpo di Polizia unito e coeso davanti alla cittadinanza presente.

“L’Ass.te Capo Donato Antonino aveva fatto richiesta ai suoi superiori gerarchici di poter partecipare alla cerimonia, indossando l’uniforme ed in rappresentanza del Corpo di Polizia Penitenziaria. L’Amministrazione penitenziaria Regionale, disponeva che lo stesso avrebbe dovuto partecipare alla cerimonia a titolo personale e non in rappresentanza del Corpo, ponendo il divieto assoluto di rilasciare interviste agli organi di stampa – A dichiararlo è l’Avv. Melita Cafarelli, legale dell’Ass.te Capo Antonino Donato-. Tale comportamento ha negato anche la possibilità al mio assistito di partecipare alla cerimonia ma, di fatto, è stata negata la possibilità di dare lustro e mettere in risalto il prestigio dell’intero Corpo di polizia penitenziaria davanti a tutta la cittadinanza presente alla cerimonia di consegna e davanti a tutte le altre autorità presenti, professori universitari, medici, magistrati. Impedire di rilasciare dichiarazioni agli organi di stampa nonostante il premio debba essere ritirato a titolo personale -continua il legale- significa in altre parole incidere sulla vita personale di un comune cittadino, limitandone la libertà. Esistono circolari a firma del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria che permettono al poliziotto di rilasciare interviste alla stampa anche per operazioni di servizio svolte purché non sia compromesso la sicurezza. È stato commesso un abuso da parte dei vertici regionali -conclude l’avv. Cafarelli- e per questo e per questo stiamo valutando eventuali azioni giudiziarie da intraprende per la violazione commessa”.

 

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