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Applausi scroscianti per l’esibizione di Benedetto Lupo al Palacultura di Messina

Concerto d’eccezione ieri al Palacultura nell’ambito della stagione organizzata dall’Accademia Filarmonica e dall’Associazione Bellini. Prova maiuscola di Benedetto Lupo, uno dei pianisti più interessanti del panorama internazionale, che ha scelto di percorrere le strade del romanticismo musicale, magistralmente eseguendo Schumann e Chopin. La più solida tecnica a sorreggere uno stile interpretativo intimista, i frequenti cambi di ritmo, il tocco cristallino dei tasti hanno fatto sì che l’atmosfera in sala fosse inusitatamente cangiante e mutevole.

Da I Blumenstück op. 19 alle Tre romanze op. 28, alla Sonata in sol minore op. 22, il maestro Lupo ha interpretato in chiave protoromantica Schumann, evitando mielosi rilassamenti, abbandonandosi a ben più accattivanti virtuosismi musicali e di fatto traducendo in note l’espressiva drammaticità musicale del compositore tedesco.

Quindi, nella seconda parte del concerto, Benedetto Lupo ha riletto per i numerosi presenti Chopin, eseguendo dapprima La Polonaise-Fantaisie op. 61, esito oltremodo ambizioso di quel “pianismo” dalla forma aperta che appartenne al genio polacco negli ultimi squarci di creatività. La scrittura delle Polacche è grandiosa, i temi risultano improvvisazioni dagli esiti finanche contraddittori. Poi, a seguire, la Sonata op. 58, l’ultima delle tre per pianoforte di Chopin e composta nell’estate del 1844, poco prima della definitiva rottura con George Sand. Il Finale, in forma di rondò, conclude la sonata in un esplosivo crescendo emotivo, cui seguono scroscianti applausi dalla platea. Benedetto Lupo li raccoglie, poi torna indietro e, senza farsi troppo pregare, esegue uno dei più carezzevoli Pezzi fantastici di Schumann, A sera, dal tono intimo e sognante.

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