“All’indomani della convocazione del tavolo di delegazione trattante, i segretari unitamente alla RSU che hanno abbandonato la riunione in segno di vibrante protesta, contestano il modus operandi del Commissario straordinario. Il tutto si è consumato in pochi minuti, ma era nell’aria, sostengono Pippo Calapai, segretario generale UILFPL e Antonio Trino, coordinatore provinciale FPCGIL, e la tensione è esplosa dopo la nostra pregiudiziale. Abbiamo chiesto solo il rispetto pedissequo delle decisioni assunte al tavolo – continuano i sindacalisti -, ma abbiamo trovato una inspiegabile reticenza dalla parte pubblica, in assoluta continuità con quanto fatto fino alla riunione stessa. Infatti, il Commissario ha evitato di rispondere alle nostre missive di pari argomento ed ha mantenuto la sua posizione di totale delegittimazione del tavolo negoziale. Inoltre non comprendiamo quali possono essere le motivazioni che lo inducono a mantenere in essere una ormai vecchia delibera, con conseguente nomina di una dipendente, a discapito di un ruolo, quello del Direttore Sanitario, legalmente riconosciuto, gerarchicamente superiore ed inconfutabilmente competente, fiduciario per giunta”.
Fp Cgil e Uil vanno poi giù duro: “Non è ammissibile accettare di svilire e delegittimare un tavolo di contrattazione pubblica, sostengono i due sindacalisti, perché il mancato rispetto, anche parziale, delle decisioni assunte in quella sede, rappresenta un evidente prevaricazione ed un abuso punibile come comportamento antisindacale, ai sensi e per gli effetti della L.300/70.
Siamo stati costretti ad abbandonare il tavolo, per tutelare il ruolo del sindacato e dei lavoratori, sostengono Calapai e Trino, anche perché è svilente partecipare ad una contrattazione senza avere la certezza che le determinazioni concordate verranno realmente applicate. Inoltre, riteniamo che la mancata comunicazione da parte dell’azienda della consistenza dei fondi, impedisca alle scriventi organizzazioni sindacali di avere una visione di insieme e poter di conseguenza procedere ad avviare i lavori su tutti i punti del contratto integrativo aziendale e non soltanto su alcuni con ulteriore perdita di tempo e confusione per tutti i lavoratori che non si spiegherebbero perché alcuni istituti contrattuali vengono discussi e determinati prima di altri. La tutela delle prerogative sindacali, concludono i rappresentanti sindacali, non può assumere i connotati di una pantomima e pertanto ci rivolgeremo al giudice del lavoro per chiedere la condanna per comportamento antisindacale del manager, atto dovuto e conseguenziale ai fatti di che trattasi”.