Dal carcere le disposizioni, la moglie preparava le pietanze con la droga

Scoperta anche una seconda organizzazione criminale nella zona di Milazzo che acquistava lo stupefacente all’ingrosso

Una operazione della Polizia di Stato ha portato all’arresto di nove persone e ha disvelato l’esistenza di due organizzazioni criminali. Una si occupava di spacciare e fare entrare la droga nel carcere di Barcellona P.G., l’altra acquistava lo stupefacente all’ingrosso che arrivava da Messina.

DROGA SPACCIATA ANCHE IN CARCERE

L’attività di indagine è nata presso la Procura di Barcellona P.G. e coordinata dalla Dda di Messina. Gli agenti di Polizia di Milazzo hanno scoperto una organizzazione criminale dedita al narco traffico. Questa era capace di gestire l’attività di vendita al minuto di sostanze stupefacenti, anche all’interno della Casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto.

La droga veniva fatta entrare in carcere nascosta in involucri all’interno di pietanze consegnate a un detenuto, ritenuto al vertice della medesima associazione. Dalle indagini è emerso che il detenuto avrebbe impartito ordini alla moglie tramite un telefono cellulare.

L’uomo, infatti, nonostante lo stato di detenzione, aveva la disponibilità di un cellulare di piccole dimensioni, trovato e sequestrato dagli investigatori. La donna riceveva le disposizioni del marito e rendicontava i profitti econominci. Manteneva, inoltre, un elenco aggiornato dei crediti concessi; preparando le pietanze imbottite di stupefacente, per la successiva consegna all’interno della Casa circondariale, anche grazie al contributo inconsapevole di ignari corrieri.

LA SECONDA ORGANIZZAZIONE CRIMINALE

Questa organizzazione avrebbe gestito anche una fiorente attività di cessione all’ingrosso di stupefacente in favore di altro gruppo criminale di Milazzo. La Polizia di Stato, attraverso una minuziosa attività investigativa, è riuscita a scoprire questa seconda associazione criminale. Le indagini hanno documentato, in poco più di sei mesi, numerosi episodi di acquisto all’ingrosso dello stupefacente, che veniva trasportato dal comune di Messina verso la riviera tirrenica e suddiviso tra i pusher del clan per il successivo smercio al dettaglio.

I notevoli profitti economici derivati dalla droga consentivano a entrambe le organizzazioni criminali di mantenere uno stile di vita superiore alle loro disponibilità. Gioielli o abiti firmati erano pagati con i proventi dei pagamenti di stupefacente che avvenivano sia con denaro contante sia con versamenti elettronici su diversi conti bancari nella disponibilità dei clan.

GLI ARRESTATI

Francesca Alacqua  (Milazzo 12-03-1995)
Simona (Messina 11-05-1982)
Tommaso Costantino (Barcellona P.G. 7-01-2003)
Luigi Crescenti (Messina 16-08-1984)
Francesco Esposito (Messina 4-12-1974)
Maria Gnazzitto (Barcellona P.G. 24-09-1981)
Salvatore Nania (Acerra 4-03-1982)
Francesco Perroni (Milazzo 27-01-1991)
Maria Rizzo (Milazzo 24-08-1988).

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