Ricordare il giornalista Mino Licordari intitolandogli una via cittadina. La proposta è stata lanciata dalla consigliera comunale Daniela Faranda. Fino ad oggi è rimasta inascoltata. Così la rappresentante del civico consesso ha deciso di rilanciare, chiedendo l’intitolazione della Sala Ovale e di far conoscere il suo pensiero sulla questione attraverso una nota che riportiamo integralmente.
“È trascorso un anno da quando chiesi all’amministrazione di avviare l’iter necessario all’intitolazione di una via cittadina al compianto giornalista e avvocato Mino Licordari, prematuramente scomparso nel 2016. Ad oggi nulla si è mosso e nonostante gli entusiasmi dei primi mesi, durante i quali da ogni parte si invocava un riconoscimento della città verso questo suo concittadino così amato, via via, calata l’attenzione, si è forse ritenuto non ci fosse altro che uno spot dietro l’accoglimento della proposta avanzata a gran voce proprio dalla cittadinanza. Ritengo che oltre ad occuparci di bilanci, immondizia, strade colabrodo, servizi sociali, nascita di new-co e il resto, anche queste azioni costituiscano un importante segnale, una risposta dovuta ad una città che ha decisamente voglia di condivisione e, soprattutto, bisogno di sentirsi parte di una comunità unità anche ricordando il nostro passato e chi ne ha fatto parte come quei messinesi che in tanti modi hanno rappresentato il meglio della nostra città ed è quello che dovremmo fare sempre in nome di quel senso di appartenenza necessario alla rinascita di Messina. È per questo che torno ad insistere sull’importanza di intitolare un luogo a Mino Licordari e, visto che l’iter per dare il suo nome ad una strada o ad una piazza, potrebbe essere troppo lungo, farò al Sindaco una richiesta semplice da realizzare. Poiché Palazzo Zanca non possiede una sala stampa, ma la cosiddetta “sala ovale”, viene spesso utilizzata per le conferenze stampa di chiunque ne faccia richiesta, che siano associazioni o cittadini, proporrò l’intitolazione a Licordari, messinese purosangue innamorato della sua città”.
