Il candidato sindaco del centrodestra ha tenuto una conferenza stampa sulla sua attività svolta
«Un candidato al consiglio comunale ha tentato, inopinatamente, di avvelenare i pozzi, superando i limiti della decenza». Così Maurizio Croce, il candidato sindaco del centrodestra, che questa mattina ha incontrato gli organi di informazione in occasione dell’ultima di una serie di “operazioni verità”. L’evento odierno è stato focalizzato sull’analisi di dati e grafici che hanno certificato i risultati ottenuti da Maurizio Croce nelle vesti di Commissario al Dissesto Idrogeologico, le stesse performance messe in discussione dall’ex sindaco Cateno De Luca: «Ha tentato meschinamente di minare l’attività che svolgo da 14 anni per mere ragioni elettorali», ha sottolineato Croce. «Questo incontro l’ho voluto fortemente per difendere l’operato del gruppo di lavoro che è stato al mio fianco: una “comunità” produttiva e appassionata, che ho avuto l’onore di guidare in questi anni. Dico sinceramente che gli attacchi personali – e anche politici – non mi interessano e non mi sono mai interessati, nella mia vita e nel corso di questa campagna elettorale. Ma tutto questo frullato fantasioso di affermazioni e insinuazioni qualifica De Luca per la persona che è. Io mi sento in dovere di difendere le persone che hanno lavorato insieme a me alla tutela del territorio e alla salvaguardia delle vite umane. Questo abbiamo fatto – continua il candidato sindaco del centrodestra – sacrificando con passione e impegno la nostra vita privata per un lavoro che non ammette distrazioni e che tutela la vita delle persone».
Il candidato sindaco di Messina, sostenuto dalla coalizione di centrodestra, ha poi rincarato la dose: «Quando si tratta di un commissario al dissesto idrogeologico si parla di un ruolo che è espressione diretta dello Stato, non della Regione: un aspirante governatore della Sicilia, come minimo, dovrebbe averne consapevolezza. Ho trovato volgare – ha insistito Croce – sentir parlare di stipendi, che peraltro sono commisurati alla grande responsabilità che mi sono assunto nel ruolo di Commissario e in tutti gli incarichi svolti nella mia carriera. Ed è stucchevole che queste basse speculazioni siano arrivate da chi, da sindaco, guadagna 1 milione di euro l’anno per consulenze in un patronato da lui stesso gestito. Il lavoro svolto da commissario al dissesto idrogeologico non devo lodarlo io: sono i risultati ed i numeri a parlare per me, numeri certificati, espressione di fonti autorevoli e inequivocabili. La struttura che ho guidato ha rappresentato un’eccellenza in un settore delicato e complicatissimo. Un’eccellenza che per la città di Messina – ha ricordato Maurizio Croce – ha intercettato le risorse più ingenti. E non perché Messina sia la mia città, sia chiaro, ma perché oggettivamente questa provincia è la più fragile della Sicilia. Basti ricordare Giampilieri e Saponara: due catastrofi con decine di morti».
Croce, in seguito, ha snocciolato una lunga serie di dati, supportato dai grafici proiettati sullo schermo e distribuiti in versione cartacea ai giornalisti presenti: «Siamo stati l’unica struttura ad aprire cantieri. Anzi, lo siamo stati proprio sotto la mia guida. Parlano i numeri, e lo fanno meglio di qualsiasi altra cosa: nei 3 anni successivi al mio rientro dopo aver ricoperto il ruolo di assessore al Territorio e Ambiente nella giunta Crocetta – spiega Croce – sono stati finanziati 502 milioni e sono state eseguite 385 gare d’appalto. Nei 3 anni in cui sono stato nominato assessore, invece, la struttura è stata affidata a un direttore generale della Regione Siciliana e ad un coordinatore. Persona che, ultimamente, ho ritrovato come autista di Cateno De Luca, quando io lo ricordavo dirigente. In quei 3 anni, e basta analizzare i numeri, i risultati sono stati diametralmente opposti rispetto a quelli prodotti dal sottoscritto: solo 24 milioni finanziati e 23 gare d’appalto. Quella governance – ha sottolineato il candidato del centrodestra – è stata evidentemente un problema. Quando l’ex sindaco parla di un sistema che non ha funzionato, quindi, non dovrebbe riferirsi alla mia persona: dovrebbe rivolgersi altrove».
In conclusione, Maurizio Croce ha inviato un messaggio alla città: «In questi anni ho lavorato con grande passione. La stessa passione che ora, in questa sfida nuova e diversa, mi accompagnerà in un percorso in cui vogliamo rivendicare il diritto dei messinesi di trasformare la rassegnazione in un sogno possibile: lavorare insieme, senza sosta, per rilanciare Messina. Lunedì sarò sindaco – ha tagliato corto il candidato del centrodestra – e sarò in grado di tradurre la grande opportunità economica del PNRR in cantieri, in lavoro e in progetti concreti. Sono certo di aver maturato l’esperienza che mi permetterà di dare una scossa all’economia e di trasformare Messina in una vera città di arte moderna in stile europeo. Chiudo, tornando all’esigenza espressa all’inizio di questo incontro, ma non lo faccio per rivendicare altro, ma per ringraziare l’ex sindaco: Topo Gigio – nomignolo con cui crede di appellarmi in maniera irridente – è un personaggio che mi è sempre stato molto simpatico. Ho scoperto che è stato creato nel 1959 da Maria Perego e viene descritto con queste parole: “Rappresenta il ritratto del candore, della fiducia, in un mondo flagellato dai pericoli e dalle paure”. Credo che questo dica tanto, anzi tutto».