Il Comitato Vara in accordo con l’assessore Caruso ha deciso di intitolare a lui la festa ferragostana messinese
Non ce l’ha fatta il 42enne Giovanni Arigò, titolare di una fabbrica di fuochi d’artificio di Messina coinvolto in una esplosione lo scorso 4 luglio. L’uomo era stato trasportato al centro ustionati di Genova e ha lottato per giorni tra la vita e la morte, ma ha perso la sua battaglia.
I medici hanno fatto il possibile per tenerlo in vita ma le sue condizioni sono apparse subito gravissime e le possibilità di sopravvivenza erano davvero ridotte al lumicino. Stanotte intorno alle 3 il suo cuore ha smesso di battere.
Il Comitato Vara di Messina, in accordo con l’assessore comunale Caruso, ha deciso di intitolargli la festa ferragostana.
Nella tarda mattinata del 4 luglio scorso la zona sud di Messina è stata scossa da un forte boato. Una enorme colonna di fumo si alzò in cielo visibile da diverse zone della città. Sul posto arrivarono immediatamente Vigili del fuoco, forze dell’ordine e ambulanze del 118.
Al loro arrivo vi erano tre feriti, Giovanni Arigò che stava lavorando in un piccolo bunker di stoccaggio di polvere da sparo, la sorella Cristina Arigò e la madre Giusy Costa. Queste ultime intervenute per soccorrere il povero Giovanni.
Il più grave dei tre feriti, Giovanni Arigò, fu trasportato al centro grandi ustionati di Genova, la madre a Palermo e la sorella rimase ricoverata al Policlinico di Messina.
Il titolare dell’azienda purtroppo non ce l’ha fatta, il 15 agosto la processione della Vara di Messina sarà dedicata a lui.