Il Cga ha dato ragione al Comune di Messina che era difeso dall’avvocato Alessandra Franza
Con sentenza N. 1158/2022 il Cga di Palermo, Rosanna De Nictolis, Presidente, Solveig Cogliani, Consigliere, Michele Pizzi, Consigliere, ha rigettato il ricorso della società Asd Waterpolo contro il dispositivo del Comune di Messina di risoluzione contrattuale per inadempienza.
La vicenda risale al 2019 quando il Comune di Messina, dopo il crollo di una parte del tetto della piscina “Cappuccini”, rescisse il contratto con la Asd Waterpolo che gestiva l’impianto. La società del presidente Felice Genovese aveva accumulato un ingente debito con l’ente proprietario e aveva chiesto un piano di rientro. Ma questo non fu sufficiente a far recedere il Comune di Messina dal suo intento.
Successivamente la Waterpolo presentò ricorso al Tar di Catania. Il Comune di Messina non si presentò e il Tribunale amministrativo ritenne fondato il ricorso della società di Genovese. Per i giudici, il Comune di Messina prima di risolvere il contratto avrebbe dovuto convocare i rappresentanti della Waterpolo, cosa che non avvenne.
Dopo qualche mese della sentenza del Tar, il Comune di Messina fece una determina per la risoluzione contrattuale a causa di inadempimenti della Waterpolo sia in merito ai pagamenti, sia riguardo gli adeguamenti della struttura. La società di Felice Genovese fece ricorso al Tar e il Comune si difese tramite l’avvocato Alessandra Franza. I giudici, stavolta, diedero ragione all’ente proprietario e la Waterpolo fu condannata a lasciare l’impianto. A pochi giorni dalla scadenza dell’intimazione, la Waterpolo presentò ricorso al Cga.
Anche stavolta il Comune di Messina si affidò all’avvocato Alessandra Franza per seguire il giudizio in appello e contestare quanto affermato dalla società di Genovese, sia in rito che in merito. I giudici chiesero a un verificatore una relazione in merito ai presunti adempimenti in carico alla Waterpolo. La relazione non lasciò spazio ad alcun dubbio. Il verificatore scrisse che ”…non risulta realizzato l’adeguamento dell’impianto elettrico e l’adeguamento strutturale delle tribune scoperte e relativi spogliatoi sottostanti al fine dell’ottenimento del certificato di Collaudo Statico”. E ha aggiunto che tali lavori potevano essere effettuati a prescindere dal crollo di una parte del tetto della tribuna. In sintesi affermò che “…non si può affermare che siano stati rispettati i termini contrattuali”.
Pertanto il Cga nella sentenza ha ritenuto che “tutti i motivi sono infondati e l’appello va respinto”.
Adesso la Waterpolo dovrà definitivamente lasciare l’impianto sportivo. Nel frattempo l’Università di Messina si è detta disponibile a gestire in futuro l’impianto natatorio.