Il pianista Paolo Restani incanta il pubblico messinese con un concerto magico

In occasione del quinto concerto della stagione, Paolo Restani ha interpretato in maniera eccelsa un repertorio romantico di prim’ordine, richiamando alla memoria i più grandi nomi della tradizione pianistica e sfoggiando virtuosismi, padronanza tecnica, inusitata padronanza di lettura.

Altro colpo messo a segno dall’Accademia Filarmonica, in partnership con l’Associazione Bellini. Paolo Restani, classe ’67 e all’attivo oltre venticinque anni di carriera, ha infatti incantato per due ora la platea del Palacultura, fondendosi letteralmente con lo strumento, senza neppure ricorrere allo spartito. È il miracolo di chi la musica la tiene dentro, di chi vi ha consacrato un’esistenza intera.

Sei preludi di Rachmaninov, concepiti a puntante dal compositore russo e difficilmente eludibili quando si sceglie di accostarsi al romanticismo musicale; due dei dodici studi di esecuzione trascendentale di Liszt: il n. 3 Paysage, studio d’espressione, del controllo timbrico, di note tenute nella mano sinistra, e il n. 9 Ricordanza, sognante ed evocativo, dal sapore nostalgico e dalle sonorità evanescenti; la celeberrima Polacca op. 53 detta Eroica di Chopin, danza popolare in ritmo ternario eseguita a coppie, con un andamento moderato e un incedere di tipo quasi professionale, esportata in tutta Europa; ancora Liszt, nelle trascrizioni di opere di Verdi e nella rapsodia spagnola, al ritmo di danze vivaci e inframmezzate da scherzose e piacevoli cadenze pianistiche.

Fuori programma Debussy. Poi, dopo l’ultima nota, applausi scroscianti.

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