E’ Vincenzo Albino, 42enne di Brolo, l’uomo arrestato in quanto ritenuto l’autore dell’incendio che distrusse il ristorante La Pineta, lo scorso 22 maggio. L’uomo è accusato anche di atti persecutori e violenza privata ai danni del titolare dell’esercizio di ristorazione. Altre due persone sono indagate a piede libero, si tratta di Rosario NAtoli 44 anni e Salvatore Scaffidi Muta 59 anni.
L’inchiesta fu avviata immediatamente dopo l’incendio che causò danni per circa 100 mila euro, non coperti da assicurazione. Gli immediati accertamenti eseguiti dai Carabinieri della Compagnia di Patti fecero emergere sin da subito la natura dolosa dell’evento. Sulla base delle prime testimonianze acquisite, le investigazioni furono orientate sull’odierno arrestato il quale, qualche settimana prima dell’incendio, insieme ad un complice, aveva avvicinato il figlio del titolare del ristorante ed un suo amico, accusandoli di avere dato alle fiamme una baracca in lamiera nelle vicine campagne. In quella circostanza, A.V. avrebbe minacciato pesantemente i due giovani che negarono di essere responsabili dell’incendio.
I Carabinieri di Patti hanno monitorato A.V., acquisendo ulteriori indizi a suffragio della colpevolezza dell’uomo quale autore dell’incendio del ristorante, documentando una serie di condotte persecutorie per danneggiare ulteriormente la vittima dell’incendio. Le indagini fecero emergere come A.V. avesse posto in essere una serie di iniziative intimidatorie per impedire il buon esito di una raccolta fondi organizzata dal Sindaco di Piraino per donare un contributo economico all’imprenditore vittima dell’incendio. Inoltre, venuto a conoscenza che il titolare de “La Pineta” avrebbe aperto un nuovo ristorante stagionale denominato “La Pineta Mare” affittando un locale, A.V. tentò di intimorire il proprietario dell’immobile, affinché desistesse dal concederlo in locazione, prospettandogli il pericolo di un nuovo incendio. Infine A.V. continuò ad intimidire il ristoratore, transitando ripetutamente nei pressi del nuovo locale per far notare la sua presenza alla vittima.
Le condotte minatorie e persecutorie tenute dall’arrestato sono state valutate dall’Autorità Giudiziaria idonee, nel loro complesso, ad integrare anche il reato di atti persecutori, tali da generare nella vittima un grave stato di ansia e di paura per la propria ’incolumità. L’arrestato è stato associato al carcere di Barcellona P.G e dovrà rispondere dei reati di incendio aggravato, atti persecutori e violenza privata.