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Il trombettista preferito da Morricone incanta il Palacultura di Messina

Sullo schermo scorrevano fotogrammi di pellicole che hanno fatto la storia del cinema italiano, dal palcoscenico li accompagnavano la tromba di Mauro Maur e il pianoforte di Françoise De Clossey. Solista di oltre cento colonne sonore e un passato che lo lega a Morricone, Fellini, Tornatore e Zeffirelli, Maur ha diffuso ieri i suoi splendidi e incomparabili acuti al Palacultura di Messina nell’ambito del ciclo “Musica e Cinema” della stagione concertistica organizzata dalla Accademia Filarmonica dell’Associazione Bellini. Lo accompagnava al pianoforte la moglie canadese De Clossey, artista di fama internazionale particolarmente attiva in campo discografico.
E, tra un’esecuzione e l’altra, non si è sottratto Maur al racconto di storie di vita e aneddoti legati a quel mondo che della “pura tromba di cristallo”, come taluni critici l’hanno definito, si è servita per impreziosire film di prestigiosi cineasti.
Il Morricone di “Bugsy”, quello dell’ancor più recente “La leggenda del pianista sull’oceano” hanno vivificato le immagini alle spalle dello scintillante duo, prima che Maur svelasse al pubblico come nacquero le note del capolavoro “Per un pugno di dollari”, una ninna nanna all’ascolto della quale Leone rimase estasiato tanto da eleggerla a colonna sonora della pellicola apripista di tutto un genere. Poi ancora “Mission”, per le musiche del quale Morricone fu candidato all’Oscar. Un uomo schivo, – come riferisce il trombettista di Trieste – che non regalava casse di Champagne; lasciando intendere che l’Oscar possa prestarsi a scelte ben distanti dal riconoscimento nudo e crudo dei valori.
Un brano, quindi, di Piero Piccioni. Una maniera di calare ritmi straordinari e una delle più belle melodie d’amore nella leggerezza del film “Amore mio aiutami”, interpretato da Alberto Sordi e Monica Vitti, una coppia borghese alle prese con i sempiterni drammi relazionali.
In onore del sodalizio con Federico Fellini e della profonda amicizia che l’ha legato a Giulietta Masina, Maur passa poi in rassegna le colonne sonore di quel Nino Rota che lui non ha avuto il piacere di conoscere ma verso il quale nutre una tale ammirazione dall’attribuirgli, nel panorama musicale italiano, meriti pari a quelli nientemeno che di Giuseppe Verdi.
Si comincia da “Amarcord”, con la tromba al risveglio del nonno che girovaga per le fosche strade di una Rimini onirica fino a perdersi tra i meandri della propria mente. E lì giù vento, e le sublimi note per tromba di Rota. Si procede il viaggio passando per “La dolce vita”, “I vitelloni”, “La strada”, suonata quest’ultima da Maur ai funerali di Giulietta Masina. Poi ancora “Le notti di Cabiria”, giocato su tre temi musicali: il juke-box, l’amore e lo swing americano, quando i sogni sono già stati infranti e ricomincia la vita. “Otto e mezzo” chiude la rassegna felliniana.
Il bis è il più bel regalo che il duo potesse fare alla folta platea: il tema d’amore per “Nuovo Cinema Paradiso” di Tornatore, composto a quattro mani – svela il trombettista – da Morricone e dal figlio Andrea, giovanissimo.
Grandi emozioni, insomma, al Palacultura. Ché, a dispetto della pioggia e dell’allerta meteo, riesce impossibile ai più affezionati rinunciare al richiamo di certa musica.

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