L’Ars ha deciso che la fusione tra cas e Anas non “s’ha da fare” Picciolo: “Persa una grande occasione”

“Il mancato voto finale sulla legge istitutiva di una nuova società pubblica, per la gestione della rete autostradale, va certamente stigmatizzato e rappresenta l’atto finale di un’aula che si è contraddistinta esclusivamente per una grande conflittualità che ne ha condizionato l’esercizio della sua fondamentale funzione. La norma, che non è stato possibile votare per la mancanza del numero legale – ha precisato Picciolo –, andava più opportunamente inserita nel “collegato” ed era solo una norma di buon senso, non una norma che alimentava clientele e nell’esclusivo interesse pubblico, dei siciliani, dei lavoratori del CAS ed a tutela dei cittadini utilizzatori di queste infrastrutture che pomposamente ci ostiniamo a chiamare autostrade ma che, invece, sono annoverabili a ben altra tipologia di collegamento stradale.

I conti economici, il personale, le risorse disponibili in atto per potere effettuare le manutenzioni straordinarie ed indispensabili sono davvero ridotte ai minimi termini; un atto di buon senso, dunque, avrebbe avviato un percorso virtuoso con la creazione di una società pubblica tra Anas e Cas mettendo in sicurezza il Consorzio, eliminando definitivamente  dal Suo capo la spada di Damocle del commissariamento. E’ stata persa – ribadisce Picciolo – una grande occasione che potrebbe essere recuperata solo con un artificio legislativo che però ritengo, anche per quanto affermato correttamente dal Presidente Ardizzone, difficile da realizzare votando la norma ai primi di Settembre; ma è un discorso di pura accademia perché il massimo rappresentante dell’Ars sull’argomento non è stato per nulla possibilista.

In conclusione possiamo solo affermare che è stato fatto un grande lavoro per cercare di portare a casa il “risultato” ed a nome di Sicilia Futura posso affermare che siamo davvero indignati e rammaricati per il comportamento di alcuni esponenti di forze politiche che, peraltro,  si propongono già nel presente come nel futuro di governare questa nostra terra. I nomi degli artefici di questo ” giochetto ” sono peraltro facilmente identificabili raffrontando i tabulati di coloro che hanno votato un minuto prima la norma sul collegato ed un minuto dopo hanno abbandonato l’aula o estratto il tesserino per non votare una legge che, ripeto, era solo di buon senso, lasciando però  anche qualche dubbio che ci possano essere interessi particolari, diversi estranei alla politica. I nomi di coloro che hanno fatto sino in fondo il loro dovere per questa terra sono tutti nei tabulati assembleari e sono anche coloro che hanno mantenuto fede agli impegni presi con l’Aula Parlamentare. Siamo stati forse ingenui, come ha affermato anche l’on. Panarello, a credere alla buona fede di taluni! Ma lo rifaremmo ancora, perché siamo convinti che soltanto uomini di buona fede (e ce ne sono ancora parecchi!) potranno tornare a rappresentare degnamente questa Regione”.

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