Un Messina brutta copia di quello visto nella prima giornata contro il Siracusa, è stato sconfitto dalla Reggina per 2-0. I giallorossi hanno affrontato la gara come fosse una semplice partita di campionato giocata in trasferta, evidentemente senza comprendere il significato di questo derby per i tifosi messinesi che sono stati costretti a vedere la partita in tv o sul computer di casa. La gara è stata pessima sia dal punto di vista tattico, sia dell’agonismo. Non si sono viste le trame di gioco con palla bassa e tocchi di prima come nella gara con il Siracusa, ma spesso lanci lunghi alla viva il parroco, sperando che il salvatore della patria lì davanti la mettesse dentro. Nonostante tutto le occasioni da gol il Messina le ha avute, ma, neanche a dirlo, le ha sprecate malamente in modo goffo e grottesco; eclatante quella di Madonia che si è sempre mosso come un bradipo ed a tu per tu con il portiere si è fatto anticipare dal difensore che era 4 metri distante da lui. La Reggina non è quella che si può definire una macchina da guerra, ma è scesa in campo concentrata, seguendo i dettami del tecnico e con le giuste motivazioni. Gioco rapido, grinta, pressing e affondi sulle fasce, sono state le armi vincenti degli amaranto che il Messina non è stato in grado di contrastare in nessun modo. Quando si perde la colpa deve essere suddivisa equamente in tutti i reparti. In avanti si sono visti azioni da gol nettissime, sprecate incredibilmente; al centrocampo non sono mai partite le azioni di gioco più importanti ed è mancato il filtro per la difesa. Il reparto arretrato è stato davvero imbarazzante. Entrambi i gol sono arrivati da errori difensivi: nel primo, ben tre difensori hanno lasciato Porcino arrivare a tu per tu con Russo; per l’attaccante amaranto è stato un gioco mettere la palla in rete. Il secondo è arrivato grazie ad un netto fallo di mano di Marseglia, che nell’occasione pensava di essere Superman e di potere colpire la sfera con il pugno togliendola dalla testa dell’avversario. A completare l’opera ci ha pensato il “biondastro” Milinkovic che è caduto nella trappola della provocazione ed ha colpito con una testata Stefano Botta, facendosi espellere e lasciando la squadra in 10 uomini. Evanescente, infine, Pozzebon “lingua lunga” che aveva promesso ai tifosi messinesi una sicura vittoria e i tre punti. Adesso si spera che i calciatori tornino con i piedi per terra e capiscano che in questo campionato bisogna lavorare di più e fare meno chiacchiere. Messina è una piazza esigente e certi errori difficilmente li perdona.