“Le riforme targate Pd hanno sempre il sapore di una truffa a danno dei siciliani”. È quanto dichiara Nello Musumeci a proposito della riforma delle Autorità portuali in Sicilia, ridotte dal governo Renzi da tre a due, consegnando così lo storico Porto di Messina, già individuato da una legge regionale del 1953 quale zona franca, al porto di Gioia Tauro, attivo solo da vent’anni e certo non poco discusso quanto a infiltrazioni mafiose e bilanci deficitari.
“Ma c’è di più – sottolinea Musumeci – perché appare fondato il timore che a guidare le due importanti infrastrutture dell’Isola siano “proconsoli” mandati da Roma. Del resto, perché il ministro Delrio, nonostante il 24 ottobre abbia dichiarato di avere completato le proposte di nomina dei presidenti delle Autorità portuali, non ha ancora provveduto alla nomina dei presidenti di Palermo e Catania, mentre lo ha già fatto per Genova, Livorno, Trieste, Ancona, Brindisi, Taranto, Napoli e Civitavecchia? Perché Renzi e Delrio, quando sono venuti in Sicilia, non hanno fatto alcun cenno alle Autorità portuali siciliane, che dovrebbero essere il volano dello sviluppo imprenditoriale ed occupazionale della nostra Isola? Forse perché intendono, ancora una volta, illudere i siciliani alla vigilia del referendum, promettendo mari e monti, mentre subito dopo sono pronti a designare quali presidenti delle Autorità portuali burocrati romani, ex parlamentari Pd, ex presidenti di altre analoghe strutture da collocare (specie se sotto indagine della magistratura), utilizzando ancora una volta la nostra terra per quadrare i sottogoverni romani?”
“Il presidente Crocetta – conclude Musumeci – che con il ministro Delrio deve siglare l’intesa sulle designazioni delle Autorità portuali, stavolta per quale piatto di lenticchie è disponibile a svendere i nostri porti?”.