Nebrodi tagliati fuori dal sistema di trasporti e comunicazioni inesistenti

Un serio sistema di trasporti altrimenti il territorio dei Nebrodi resterà fuori da qualsiasi ipotesi di sviluppo economico e sarà sempre più marginalizzato. Il monito arriva dal referente zonale dei Nebrodi della Cisl, Basilio Caruso, che accende i riflettori sul sistema di comunicazioni che interessa tutta l’area tirrenica e nebroidea. A cominciare dall’autostrada «classificata all’ultimo posto tra quelle italiane, peggiore sia per la manutenzione che per la sicurezza, dalla segnaletica inadeguata, alle protezioni laterali non a norma, sino al fondo stradale pietoso e privo di manutenzione, l’asfalto non drenante, gli scambi di carreggiata e i restringimenti permanenti».

Basilio Caruso evidenzia, inoltre, come i collegamenti ferroviari nell’ultimo ventennio, nonostante tra la fine degli anni ’80 e la prima metà degli anni ’90, fossero stati notevolmente migliorati e innovati, «sono stati del tutto abbandonati. Da un lato corse limitate e taglio dei treni a lunga percorrenza, dall’altro lato neppure si parla più del completamento del corridoio ferroviario Palermo-Berlino, da portare a compimento con la costruzione del doppio binario nella tratta Patti/Fiumetorto. In queste condizioni è impossibile parlare di turismo, né si può ipotizzare la crescita di importanti comparti tradizionali, come l’agricoltura, l’agroindustria, la trasformazione alimentare e la pesca, né di sistemi in continua evoluzione e crescita, come l’e-commerce, che si articolano in rete, ma che non possono fare a meno di un adeguato sistema di trasporto delle merci da vendere, da acquistare o da scambiare».

Il referente zonale della Cisl ritorna, quindi, sulla notizia diffusa nei giorni scorsi dagli organi di informazione secondo la quale ci sarebbero imprenditori indiani interessati a realizzare un aeroporto nella Valle del Mela. «Se risponde a vero – sottolinea – l’intera classe dirigente della nostra provincia ha il dovere morale di mobilitarsi per verificare la sostenibilità dell’iniziativa, ponendo in essere ogni atto concreto per incoraggiare quelle imprese straniere ad investire nella nostra zona, evitando che ancora una volta, tra lungaggini e cavilli burocratici anche questi potenziali investitori non siano condotti all’esasperazione e costretti ad abbandonare i loro progetti».

Per la Cisl nebroidea la posta in palio è troppo alta. «Oggi – continua – un’infrastruttura come l’aeroporto, assume un valore strategico ancora più elevato non solo perché anche i cittadini della nostra zona, come avviene nel resto dell’Italia, hanno il sacrosanto diritto di muoversi con facilità e liberamente, ma anche perché la costruzione di un’opera come questa, produrrà occupazione, direttamente e nell’indotto, e sarà uno strumento al sevizio delle imprese, che a loro volta avvieranno diverse forme di sviluppo, non solo dei Nebrodi, ma di una macroarea che si colloca parzialmente anche nelle province di Enna e di Palermo».

 

 

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