Il giornalista e storico Paolo Mieli è intervenuto, ieri pomeriggio, all’incontro “La figura del giornalista nei nuovi media. L’arma della memoria”, organizzato dall’Ateneo in collaborazione con l’Istituto Superiore di Giornalismo di Palermo e con il contributo del Master e del Corso di Perfezionamento in “Manager della Comunicazione Pubblica” attivato presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne.
Il suo intervento è stato introdotto dai saluti del Coordinatore del Collegio dei Prorettori, prof. Giovanni Cupaiuolo, del Presidente dell’Istituto Superiore di Giornalismo, Sebastiano Roccaro e del vicepresidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, Santino Franchina
“La figura del giornalista è cambiata radicalmente -ha detto Mieli- perchè è entrata in crisi l’editoria della carta stampata che produceva reddito, con l’avvento delle nuove tecnologie non si è riusciti a trovare una formula virtuosa per cui le aziende dell’informazione nel web possano pagare e tirare su generazioni di giornalisti e quindi ci troviamo in uno snodo allarmante che rischia di mettere in crisi l’informazione che è il motore di una democrazia”.
Mieli, che ha anche tenuto una lezione riservata agli studenti del Master e del Corso sulla comunicazione pubblica, ha parlato, tra l’altro, del suo ultimo libro: “In guerra con il passato. La falsificazione della storia”.
Paolo Mieli, ha diretto “Il Corriere della Sera” (dal 1992 al 1997 e dal 2004 al 2009) ed RCS Libri. Negli anni Settanta è stato allievo di Renzo De Felice e Rosario Romeo. Da giornalista ha lavorato per “L’Espresso”, “la Repubblica” e “La Stampa” (dove ha ricoperto anche il ruolo di direttore). È autore di numerosi saggi.