Atm vince la battaglia legale intrapresa nel 2019 dalle sigle sindacali Filt Cgil, Uil Trasporti, Cub Trasporti e da un gruppo di lavoratori
Nessun comportamento antisindacale e condanna al pagamento delle spese legali a carico delle sigle sindacali Filt Cgil, Uil Trasporti e Cub Trasporti e di un gruppo di lavoratori.
Con sentenza emessa dal giudice del lavoro Valeria Totaro, Atm S.p.A. vince la battaglia legale intrapresa a dicembre 2019 dalle tre sigle sindacali e alcuni lavoratori nei confronti dell’Azienda Traporti di Messina in liquidazione, dell’ Azienda Trasporti di Messina S.p.A. del Comune di Messina, quale ente controllante e socio unico, per condotta antisindacale.
La vicenda riguarda il passaggio dalla vecchia Atm ad Atm S.p.A..
Le organizzazioni sindacali e gli altri ricorrenti avevano denunciato Atm S.p.A. per non aver ricevuto da parte dell’azienda alcuna preventiva informazione circa le sorti degli oltre 400 lavoratori alle dipendenze dell’ATM in liquidazione, in seguito alla cessazione dei servizi di mobilità locale svolti da quest’ultima e contestualmente presi in carico dalla neocostituita Atm S.p.A, società per azioni in house providing, a capitale interamente pubblico.
Nello specifico, i sindacati contestavano che dal piano di liquidazione presentato dall’ Atm al Consiglio comunale nel novembre 2019 non era possibile comprendere se l’intenzione dell’Atm in liquidazione e del Comune fosse quella di procedere al licenziamento dei lavoratori o al loro trasferimento alla nuova società per azioni.
Atm si è sempre difesa dalle accuse presentando corposa documentazione, che dimostrava come, al momento del ricorso, il passaggio del personale all’Atm S.p.A. era solo una delle possibili conseguenze della liquidazione, non essendo stato ancora deliberato dal Comune di Messina il piano di servizio per la nuova società e avendo, per altro verso, il Consiglio Comunale bocciato il piano di liquidazione della vecchia Atm.
Con decreto n. 677/2020 dell’11 gennaio 2020, il giudice aveva rigettato la domanda dei sindacati e dei lavoratori ricorrenti e aveva condannato “in solido le parti ricorrenti e gli intervenienti a rifondere ad Azienda Trasporti Messina in liquidazione e ad Azienda Trasporti Messina s.p.a. le spese di lite, che liquida per ciascuno in 1.823,00, oltre iva e cpa come per legge e spese forfettarie al 15%”.
Tuttavia, le sigle sindacali e gli altri ricorrenti avevano deciso di continuare la battaglia legale. Dal canto suo, Atm S.p.A. ha continuato a ribadire la propria estraneità ai fatti, riproponendo la corposa documentazione e precisando che all’epoca del ricorso e del successivo decreto di rigetto non era stato ancora concluso alcun contratto di servizio con il Comune, con la conseguenza che non era a quella data possibile stabilire quando sarebbe iniziata l’attività della nuova società, né ipotizzare un eventuale trasferimento di personale.
La prove portate dall’Azienda Trasporti si Messina hanno convinto anche il secondo giudice, che ha confermato la decisione del primo e ha “condannato in solido la FILT CGIL Messina, la UIL TRASPORTI Messina, la CUB TRASPORTI e tutti i lavoratori opponenti “a rimborsare all’ATM in liquidazione e all’ATM s.p.a. le spese del giudizio, liquidate per ciascuna in 6.017,05 euro, oltre spese generali, iva e cpa”.
“Si chiude finalmente una vicenda che ci aveva visto coinvolti in una causa che sin dal primo momento abbiamo considerato ingiusta, perché il comportamento dell’Azienda è sempre stato corretto, soprattutto in quella fase così delicata dove c’era in ballo il futuro lavorativo di 400 persone”, commenta il management dell’Azienda Trasporti di Messina.