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Poste. Un fallimento le sperimentazioni nel settore recapito in Sicilia. Si corra subito ai ripari!

È trascorso quasi un anno dall’inizio dell’implementazione dell’accordo sul recapito firmato nel 2015 che purtroppo la Cisl definisce senza mezzi termini fallimentare. Un accordo di responsabilità fu definito dall’azienda a giorni alterni ( il prodotto non vieni recapitato ogni giorno). Un accordo tra Azienda e sindacati “prendere o lasciare” con tante assicurazioni, prima fra tutte la garanzia di  ricollocazione di personale in eccedenza. Per conseguenza in Sicilia ad esclusione di Agrigento Ragusa e Caltanissetta e nei comuni di Palermo e Catania, è stato dato il via al nuovo modello di recapito. “Raddoppiato il lavoro dei portalettere con tagli di posti di lavoro”. Tutto questo per volere del  governo e del nuovo piano industriale.

Già da subito il sindacato nutrì molte perplessità sulle modalità del nuovo modello, tagli e caos per la nostra regione. Un piano che nei due anni 2016/17 di fatto prevede perdita di posti di lavoro in una regione già martoriata dalla disoccupazione. L’azienda assicurò che il piano prevedeva, tra l altro, strumenti e perfino un rilancio con nuove acquisizioni di mercato, vedi pacchi. In effetti negli ultimi mesi migliaia di pacchi invadono i locali dei centri di smistamento e nelle sale portalettere, ma i risvolti sono eloquenti. La Cisl denuncia una mancata programmazione con totale caos e disagio dei lavoratori. Giacenze di prodotto, mancanza di strumenti, totale anarchia, contratto di lavoro praticamente annullato, normative sulla sicurezza, contenuto dell’accordo e’ come se non ci fossero/inapplicabile. Il personale allo sbando, esasperato, gestito come metodi  di “caporalato”, minacciato e sfruttato, senza rispettare orari di lavoro e costretto, a loro carico, fuori dalle regole orarie ( non retribuito) a smaltire prodotto umanamente impossibile da recapitare. Peggio ancora i pochi assunti a tempo determinato. “Se non ubbidisci non ti rinnovo il contratto” .

La Cisl utilizza espressioni forti perchè ritiene che i lavoratori siano psicologicamente provati dalle minacce. Il sindacato invita l’azienda a prendere atto che il modello è sbagliato che deve correre ai ripari senza più tentennamenti. Da mesi in Sicilia è stato capito e denunciato, prima nei luoghi preposti e dopo con i sit in. Denunce, fino ad arrivare allo sciopero generale del 4 novembre dove i lavoratori del settore si sono espressi: “Modello recapito da cambiare radicalmente “. Ovviamente il caos la forte tensione nei luoghi di lavoro ha conseguenza sulla qualità del servizio e, quindi, sulla clientela che non riceve il prodotto nei tempi stabiliti.

Come organizzazione sindacale la Cisl dichiara di ricevere ogni giorno quasi un supplizio da parte della categoria “fate qualcosa qui si scoppia “. Ma l’azienda non intervieneed ancora oggi Poste italiane è pubblica e le istituzioni, la politica, hanno il dovere d’intervenire per garantire un servizio al cittadino. “Noi non ci fermeremo dinnanzi a questo scempio che colpisce i lavoratori -conclude la Cisl-, clienti e che mette a rischio anche il futuro di Poste a cui noi teniamo per la garanzia dei posti di lavoro”. Intanto si continua con lo sciopero dello straordinario fino al 9 gennaio. 

 

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