“Se vince De Luca andrò via da Messina insieme alla mia famiglia”. Furono queste le parole di Dino Bramanti durante la sua campagna elettorale alle ultime amministrative a Messina. Dopo la sconfitta, non solo rimase in città, ma accettò di fare il consigliere comunale, così come prevede la legge per coloro i quali perdono il ballottaggio. Una scelta che con la coerenza ha poco a che fare, ma tant’è. Nei corridori di palazzo Zanca si vociferava di sue possibili dimissioni, ma il professore Bramanti, dopo il passaggio alla Lega di Salvini, non ha inteso lasciare gli scranni dell’Aula consiliare di palazzo Zanca.
Adesso, però, c’è un ricorso della prima dei non eletti nella lista Ora Messina, Concetta Buonocore. Il ricorso è stato presentato il 21 dicembre 2018, tramite Pec, al segretario generale del Comune, Rossana Carrubba, la quale dovrà esprimersi in merito alla eventuale incompatibilità di Dino Bramanti, “ai sensi degli artt. 12 e 14 del Dlgs 39/2013”, così come si legge nel ricorso. Nel dettaglio, il Decreto Legge in questione, riguarda le Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico. L’Art. 12 tratta l’incompatibilità tra incarichi dirigenziali interni e esterni e cariche di componenti degli organi di indirizzo nelle amministrazioni statali, regionali e locali L’Art. 14 l’incompatibilità tra incarichi di direzione nelle Aziende sanitarie locali e cariche di componenti degli organi di indirizzo politico nelle amministrazioni statali, regionali e locali.
Dino Bramanti, durante la campagna elettorale si dimise dal suo incarico “per motivi di opportunità”, poichè riteneva che il suo incarico fosse compatibile. Dopo il ballottaggio, tornò a ricoprire l’incarico di direttore scientifico al Neurolesi di Messina e in contemporanea il ruolo di consigliere comunale. Da palazzo Zanca hanno già richiesto i pareri in merito al ricorso della Buonocore. Il caso approderà al consiglio comunale e non è la prima volta che succede a Messina. Dopo il caso di Donatella Sindoni, ci fu il ricorso nei confronti di Gaetano Sciacca che si dimise lo scorso ottobre (ma dichiarò che lo fece solo per una questione di impegni lavorativi). Adesso la mappa del consiglio comunale di Messina e gli scenari politici potrebbero nuovamente mutare.