Disvelate truffe in agricoltura per l’ottenimento indebito di fondi comunitari da parte della mafia dei Nebrodi
La Guardia di Finanza ha eseguito un decreto di sequestro patrimoniale. Il dispositivo è stato emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina, su richiesta della locale Procura Distrettuale della Repubblica. Sequestrati beni per oltre un milione di euro al 65enne di Tortorici Gino Calcò Labruzzo ritenuto socialmente pericoloso.
Il provvedimento è stato esteso anche ai familiari del soggetto, originario di Tortorici, destinatario delle investigazioni economico – patrimoniali.
L’operazione odierna è la conseguenza di indagini precedenti (“Terra mia 2018” e “Nebrodi 2020”) che ha consentito di delineare i contorni di una complessa organizzazione criminale di matrice mafiosa. Ricostruite anche due articolazioni del gruppo dei “tortoriciani”, quella dei “Batanesi” e quella dei “Bontempo Scavo”, coinvolte nella commissione di plurime attività illecite nel territorio dei Nebrodi.
Le investigazioni hanno documentato la costante operatività di tali compagini criminali nella commissione di illeciti nel redditizio settore delle truffe comunitarie in agricoltura, per l’ottenimento indebito di fondi comunitari.
Gino Calcò Labruzzo, nell’ambito dell’operazione “Nebrodi” risultava in strettissimi rapporti con i “batanesi”, al punto da rappresentare la “famiglia” in occasione di summit organizzati con gli esponenti della criminalità organizzata catanese.
In tale contesto, era emerso come si occupasse di dirimere questioni attinenti al controllo del territorio. Gestiva le estorsioni e gli appezzamenti di terreno da utilizzare per il compimento delle truffe in danno dell’AGEA.
Gli odierni approfondimenti economico-patrimoniali, condotti dagli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina, hanno quindi permesso, sul fronte patrimoniale, di disvelare la disponibilità di beni, in capo al soggetto investigato e relativi familiari, in misura sproporzionata rispetto ai redditi leciti dichiarati, dimostrando la stretta correlazione temporale tra i comportamenti antisociali documentali e l’illecito arricchimento accertato.
La misura di prevenzione patrimoniale ha riguardato: 3 compendi aziendali comprensivi dei relativi beni patrimoniali (attivi nel settore agricolo); 6 terreni e 2 rapporti finanziari nella disponibilità diretta e indiretta o comunque riconducibili all’uomo, per un valore complessivo di stima pari ad 1 milione di euro.