Molti operatori commerciali non risultano neppure iscritti all’anagrafe tributaria
Un commerciante milazzese che aveva proposto ricorso contro il pagamento di tributi è stato condannato a pagare il dovuto: circa 50 mila euro oltre le spese legali. Altri tre contenziosi che presentano analoghi risvolti legittimando l’operato degli uffici tributari sono in arrivo nei prossimi giorni.
Il Comune cerca di recuperare i crediti da coloro che da tempo hanno una posizione debitoria aperta facendo valere le proprie ragioni anche nei numerosi ricorsi avanzati. A Palazzo dell’Aquila si ritiene che, nonostante il periodo non semplice, le rateizzazioni consentano a tutti di poter sanare i debiti. Anche per un senso di equità nei confronti di quei cittadini che, tra mille sacrifici, pagano la bolletta che ricevono.
Le sollecitazioni a pagare riguardano gli esercizi commerciali che rappresentano il settore maggiormente in ritardo nel versare i tributi. Anzi molti operatori economici – come evidenziato dagli uffici comunali – non risultano neppure iscritti all’anagrafe tributaria.
L’obiettivo dell’Amministrazione è porre fine al paradosso che si trascina da parecchi anni a Milazzo. Senza considerare che, chi non paga le tasse esercita concorrenza sleale nei confronti di chi vuole essere in regola.
“Oggi – sottolinea il sindaco Pippo Midili – non è più tempo per queste furbate, chi non paga rischia, di subire la chiusura della propria attività commerciale”. Infatti nei mesi scorsi il consiglio comunale ha approvato il regolamento di regolarità tributaria che si ricollega alla legge 58 del 2019 e introduce dei nuovi parametri in particolar modo per gli esercenti. Se non si è in regola con i tributi comunali si rischia di perdere la licenza e di dover chiudere bottega. Il regolamento riguarda i seguenti tributi: Tari, Imu, tassa sulla pubblicità.. A chi si trova in irregolarità tributaria accadrà che il comune non rilascerà licenze, autorizzazioni, concessioni o rinnovi.