Stavolta il candidato sindaco Dino Bramanti non le manda a dire e dopo un periodo in cui non ha mai voluto replicare alle punzecchiature di Pippo Trischitta, replica a muso duro e preannuncia querele. A fare perdere le staffe al direttore scientifico dell’IRCCS-Piemonte è stata la dichiarazione in merito ad una presunta cena con Francantonio Genovese e alcuni consiglieri comunali. “Continuo ad apprendere dalla stampa -ha affermato Bramanti- il variegato programma elettorale del candidato sindaco Pippo Trischitta: attaccare e denigrare Bramanti… E’ monotematico nell’argomento ma molto creativo nell’inventare scenari che esistono solo nella sua testa. Stavolta ha addirittura inventato una fantomatica cena tra me, Genovese e alcuni consiglieri comunali con chissà quali obiettivi. Lo rassicuro che non c’è stata alcuna cena, né colazione, né pic nic, né alcun tipo di conviviale e nel contempo gli annuncio che sto provvedendo a querelarlo per porre fine alle prossime puntate del suo “fantasy”. Vorrei invece invitarlo -prosegue il candidato del centrodestra- a prestare maggiore attenzione alle condizioni disastrose di questa città ed a presentare proposte esattamente come sto facendo io. La sua ossessione per Genovese gli sta facendo perdere lucidità al punto da offendere anche i suoi colleghi consiglieri comunali con i quali ha portato avanti decine di battaglie in questi anni, condividendo ordini del giorno, mozioni di sfiducia, interrogazioni e spesso anche la stanza. Dichiarando di non voler più sedersi nei banchi accanto a colleghi che conosce da anni offende storie personali e carriere specchiate. Quanto alla sua coerenza ed al suo essere sempre stato nello stesso partito -puntualizza Bramanti- gli ricordo che alle Regionali del 2012 si è candidato con Futuro e Libertà, formazione guidata da Fini dopo la rottura con Berlusconi, partito nel quale è stato fino alla primavera del 2013. Per non parlare di quante volte in questi 5 anni col suo voto ha fatto da stampella all’amministrazione Accorinti. Trischitta si dedichi pure alla caccia alle streghe che tanto lo appassiona -conclude Bramanti-, io penso al futuro della mia città messa in ginocchio da chi, come lui, preferisce parlare, anzi, urlare, piuttosto che fare”.