Truffa bonus 110%: in carcere un medico, domiciliari per familiari

La custodia cautelare agli arresti domiciliari è stata emessa anche nei confronti di un commercialista

Avrebbe raggirato i suoi pazienti sostenendo di ottenere contributi per la ristrutturazione di immobili, facendosi fornire le credenziali Spid per accedere ai cassetti fiscali. Le istruttorie facevano arrivare i fondi che poi venivano smistate in diverse società intestate ai suoi familiari. La truffa è stata scoperta dalla Guardia di finanza che ha arresteto e rinchiuso in carcere il medico. Domiciliari per i parenti e per un commercialista che ha istruito le pratiche.

Le investigazioni, concernenti un complesso sistema fraudolento ideato per lucrare sui benefici fiscali introdotti dal decreto Legge 34 del 2020 – cosiddetto decreto “Rilancio” e dalle successive integrazioni, hanno avuto origine da una denuncia presentata alle Fiamme Gialle da un cittadino. L’uomo venne informato da un funzionario dell’Agenzia delle Entrate dell’inserimento, nel proprio cassetto fiscale, di crediti d’imposta per un controvalore di ben 1,3 milioni di euro, riconducibili a lavori di ristrutturazione edilizia, in realtà mai eseguiti.

Sulla base dei primi accertamenti, quindi, i Finanzieri del Gruppo della Guardia di Finanza di Messina hanno accertato che le agevolazioni fiscali segnalate, riconducibili al “cd. SUPERBONUS 110%”, risultavano cedute, tramite la piattaforma denominata “cessione crediti” dell’Agenzia delle Entrate, ad una società, avente ad oggetto la locazione di beni immobili, poi risultata priva di personale e strutture idonee all’esercizio dell’attività.

Più approfondite investigazioni, hanno consentito di ricostruire ulteriori ingenti crediti, inseriti nei sistemi informatici da un unico soggetto e ceduti da soggetti privati, sempre alle medesime società messinesi riconducibili a persone facenti parte di un solo nucleo familiare.

L’attività criminale ruotava intorno ad un medico di medicina generale di Messina che, sfruttando il rapporto di fiducia che intercorreva con i suoi pazienti, prospettava loro la possibilità di ottenere i contributi statali “Ecobonus” e “Superbonus”, per ristrutturare immobili di loro proprietà.

Pertanto invitava i pazienti a rilasciargli credenziali “SPID”  così da potere accedere, da remoto, al loro cassetto fiscale. Il medico si faceva consegnare i documenti d’identità, per consentirgli la facoltà di accesso alle caselle di posta elettronica e conferirgli mandato per la gestione dello smobilizzo dei crediti di imposta conto terzi.

A fronte di lavori mai avviati, il medico, grazie al fondamentale apporto tecnico di un commercialista, operando da remoto nei cassetti fiscali degli ignari pazienti cedenti, riusciva a svolgere la procedura istruttoria dell’Agenzia delle Entrate, mediante l’apposizione dell’obbligatorio “visto di conformità” per far confluire la cessione del credito d’imposta nella piattaforma web “cessione crediti”.

I fittizi crediti così creati venivano poi ceduti ad altri soggetti, tra cui quattro società riferibili al medico ed a suoi parenti, al fine di consentirne la monetizzazione, ovvero la compensazione fiscale con debiti reali.

Il giudice della cautela ha anche disposto la misura cautelare del sequestro preventivo di oltre 37 milioni di Euro, in parte ancora giacenti, sotto forma di crediti, sulla relativa piattaforma telematica, pari ai profitti generati attraverso l’attività criminosa oggetto d’indagine.

Di seguito i nomi delle persone arrestate:

Antonino Barbera

Domenica Barbera

Nicola Barbera

Felicia De Salvo

Silvia Lo Giudice

Roberto Pisa

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