L’estro di Corelli e Vivaldi al Palacultura di Messina nell’ambito della stagione concertistica organizzata dall’Accademia Filarmonica e dall’Associazione Bellini. Talento riconosciuto a livello mondiale, Enrico Onofri ha diretto l’Ensemble Alessandro Scarlatti, strumentale e vocale a organico variabile nato nel 2000 che da quattro anni collabora con il Conservatorio Nazionale Superiore di Parigi per un progetto sul barocco italiano e francese.
A fianco di Onofri, violino solita oltreché direttore, il clavicembalo di Lorenzo Profita, i violini di Victoria Melik, Petra Eckhardt, Mayah Kadish, Sara Bagnati, Karolina Habalo, Marco Reoletti, Emilia Michurina, Nezya Copa, Emmanuel Bravo, le viole di Zeno Scattolin e Andrea Lizarraga, il violoncello di Adriano Fazio, il fagotto di Alessandro Nasello e il contrabbasso di Marco Lo Cicero. Tutti docenti e allievi che si sono distinti durante i corsi al Conservatorio di Palermo.
In apertura il Concerto grosso op. 6 di Arcangelo Corelli. Un genere che aveva mosso i primi passi tra le navate di San Petronio a Bologna nella seconda metà del Seicento e che per merito di Corelli aveva poi trovato i favori generali.
I dodici concerti grossi del compositore e violinista italiano furono pubblicati postumi nel 1714 e costituiscono la quintessenza di una ben altrimenti fluida e ricca prassi orchestrale destinata a influenzare tutta la musica europea del diciottesimo secolo.
Nella seconda parte del concerto, l’Ensemble ha eseguito infatti i concerti grossi di Giovanni Mossi e Francesco Geminiani, entrambi allievi del Corelli, per chiudere poi con il Concerto in re minore per due violini, violoncello concertante, archi e cembalo op. 3 n. 11 di Antonio Vivaldi.
Ancora un pomeriggio, dunque, di grande musica a Messina in questa sessantottesima stagione concertistica fortemente voluta e scrupolosamente progettata.
Vivaldi e Corelli interpretati da Onofri e la sua Ensemble al Palacultura di Messina
